Negli ultimi 150 anni, da quando cioè è iniziata la Rivoluzione industriale, le condizioni termiche della terra hanno subito una crescita esponenziale e se prendessimo come riferimento l’anno 1750 ci accorgeremmo che sino ad oggi la temperatura media sia aumentata di quasi 2 gradi
Riscaldamento globale: cause sorprendenti, dati impietosi e rendiconti finali davvero sconfortanti. Questo è ciò che si può facilmente rilevare da una relazione stesa di recente da alcuni studiosi americani dell’Università di Berkley, in California.
Negli ultimi 150 anni, da quando cioè è iniziata la Rivoluzione industriale, le condizioni termiche della terra hanno subito una crescita esponenziale e se prendessimo come riferimento l’anno 1750 ci accorgeremmo che sino ad oggi la temperatura media sia aumentata di quasi 2 gradi.
Ma ciò che maggiormente colpisce è rappresentato dalle cause che hanno comportato tale crescita. Attraverso complessi calcoli concernenti la concentrazione del carbonio nell’atmosfera, gli scienziati hanno sorprendentemente dimostrato che i famosi eventi vulcanici, spesso indicati come i veri «fautori» del riscaldamento globale, abbiano, invece, provocato un effetto decisamente inverso, cioè un vertiginoso calo della temperatura.
Ma come è possibile che le emissioni vulcaniche abbiano determinato delle improvvise diminuzioni dell’effetto serra e non, invece, dei consistenti aumenti? Ciò è avvenuto perché le eruzioni, in realtà, respingevano i raggi solari, come se fossero magneti respingenti, comportando conseguentemente un raffreddamento della Terra.
Tale fenomeno è stato riscontrato anche negli anni più recenti, come nel caso della fuoruscita di Pinatubo.
«La corrispondenza tra i dati e la teoria non dimostra che l’anidride carbonica è responsabile del riscaldamento, ma al momento giusto la rende la causa più forte», spiega un sorpreso Richard Muller, Fondatore e Direttore Scientifico di Berkley Earth, il quale afferma anche che l’attività solare e gli altri fattori non umani degli ultimi 250 anni sono da considerarsi irrilevanti al fine del riscaldamento globale.
Di conseguenza sembra giusto affermare che nell’eterno e mai banale dibattito tra chi sostiene che il problema del riscaldamento globale sia da attribuire all’uomo e chi, invece, afferma il contrario, oggi sia giunta un’ottima argomentazione, spiegata scientemente e provata scientificamente da alcuni scienziati americani, che potrebbe far tendere anche i più scettici industriali verso la prima tesi.