Una colata di cemento a Talamone?

762
Tempo di lettura: 3 minuti

Il progetto di un nuovo più grande porto turistico parte da Orbetello e prevede non solo via libera ai mega-yacht, ma anche 50mila metri cubi di costruzioni

L’ultimo attacco alla Maremma arriva dal fronte meridionale, e punta a una delle località più incantevoli della Costa Toscana, Talamone. Un piccolo porto sovrastato da un borgo tranquillo e da un castello, dove il 7 Maggio 1860 approdò Garibaldi nel corso della storica spedizione dei Mille. L’accesso ideale al Parco Naturale per chi arrivi dalla Capitale, o approdi dal mare alla ricerca di tranquillità.

Il progetto di un nuovo più grande porto turistico parte da Orbetello, di cui Talamone rappresenta solo una frazione, e prevede non solo via libera ai mega-yacht, ma anche 50mila metri cubi (sì, avete letto cinquantamila) di costruzioni. Forse proprio in questa volumetria si nasconde la vera molla che sta spingendo pressantemente verso la realizzazione: perché non è difficile capire che a muovere opere del genere non sia tanto decantata difesa della costa del Bel Paese, già in gran parte privatizzata e sfigurata, quanto piuttosto la frenesia del mattone. Quella che domina ancora l’Italia, al mare come in montagna, dove basta qualche impianto di risalita per scatenare l’orgia dei residence e delle villette.

Benedetto da destra e da sinistra, ahimè, il nuovo porto finirebbe con lo sfigurare l’ennesimo tratto di costa tirrenica, a beneficio del lusso e con gravi danni alla qualità della natura e dell’ambiente. Perché ogni persona di buon senso sa bene che una perla rara come Talamone è invece il luogo ideale per un approccio al mare tranquillo e silenzioso, a nuoto o in barca a vela, passeggiando a piedi o in bicicletta intorno al Parco. Dove sperimentare una convivenza proficua tra la vita locale, la piccola pesca che non rastrella, ma raccoglie in modo sostenibile i frutti del mare, e quell’ecoturismo tanto decantato a parole, ma poi mortificato nei fatti. Perché tutti sanno che il turismo è la più grande industria del mondo, e l’ecoturismo ne costituisce il segmento in più rapida espansione. Difficile pensare che flussi di visitatori europei verranno da lontano, in tutte le stagioni, per ammirare uno dei tanti porti esclusivi grondanti di motori, a prezzi proibitivi.

La lunga esperienza dell’Uccellina dimostra proprio il contrario, perché la maggior attrazione viene proprio da quel carattere e quell’atmosfera, che stanno oggi scomparendo altrove. E molti certamente ricordano che in passato un altro pesante attacco proveniente da settentrione, a Rispescia, venne respinto dalla stessa mobilitazione ecologica e civile che portò poi alla creazione del magnifico Parco Naturale della Maremma, oggi insignito anche del prestigioso Diploma Europeo.

Cosa direbbe il Consiglio d’Europa vedendo il tratto più bello e intatto della costa Toscana assediato da pressioni di palazzinari e costruttori? Perché non trasformare invece Talamone in un confortevole accesso al Parco, capace di offrire una vera immersione nella cultura e nell’atmosfera locale, nei prodotti tipici e nelle attività ricreative meno invasive?

Come molti sembrano aver capito, il futuro di Talamone non è nel Porto, ma nel Parco della Maremma, che sarebbe saggio arricchire ora con un Parco Marino, capace di offrire attraverso una intelligente «zonazione» risposta adeguata agli interessi della collettività: ecosviluppo, tradizioni e prodotti locali, conservazione della natura. E al mare, alle sue risorse e al suo incanto dovrebbe essere dedicato anche uno speciale Centro Visita, capace di riequilibrare i flussi turistici oggi troppo concentrati altrove, e in limitati periodi dell’anno.

Riuscirà il giovane Parco della Maremma a contenere la spinta negativa del profitto immediato di pochi, orientando le strategie verso il bene collettivo e a lungo termine, in nome del quale fu creata quest’Area protetta? Uno spiraglio di luce potrebbe venire proprio dal Comune di Orbetello, una delle cinque città toscane dove domani si svolgerà il primo Town Meeting italiano sulla qualità del paesaggio (ma perché non chiamarlo Incontro di Cittadini?). Prescelta perché «emblematica per i valori rurali e urbani del suo territorio», in altri termini per il valore del suo paesaggio. Un valore da tutelare, o da raffigurare solo nelle cartoline d’epoca come sbiadito ricordo?

(Fonte Comitato Parchi-Maremma Viva)

(Le foto sono del Comitato Parchi di Roma)