La caccia tutto l’anno

560
Tempo di lettura: 3 minuti

Scontri verbali tra le Associazioni ambientaliste e l’Arci caccia. I primi del tutto indignati per l’approvazione, gli altri affermano che «i cacciatori non siedono in Parlamento e non sono al Governo e non approvano leggi…»

Ieri è stato approvato in Commissione politiche Comunitarie al Senato l’emendamento del senatore Pdl Giacomo Santini alla legge Comunitaria che apre alla caccia tutto l’anno.

Le associazioni ambientaliste Altura, Amici della terra, Enpa, Fare verde, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu – Birdlife Italia, Memento naturae, No alla caccia, Oipa, Associazione vittime della caccia, Wwf Italia hanno subito definito l’approvazione «un’umiliazione per l’Europa, per gli organi scientifici e per i cittadini italiani. I cacciatori contro gli italiani».

Hanno continuato affermando «che è con incredulità e sdegno che ci ritroviamo a commentare l’ennesimo blitz compiuto in Parlamento, questa volta in Commissione politiche europee del Senato, con l’approvazione di un emendamento, del senatore Santini, che ripropone la cancellazione dei limiti alla stagione venatoria, attualmente contenuta tra il primo settembre e il 31 gennaio e che aggraverà lo stato di infrazione comunitaria in cui l’Italia versa da anni.

Il fatto è questa volta ancora più grave, non solo perché a presentare l’emendamento è stato addirittura il relatore della legge Comunitaria, appunto il senatore, che dovrebbe invece operare perché le procedure di infrazione siano risolte e non acuite.

Il fatto è gravissimo anche perché l’emendamento aveva ricevuto parere negativo dall’Ispra, formalmente richiesto dalla stessa Commissione del Senato, ed era stato più volte bocciato, in precedenza, da Governo e varie Commissioni parlamentari. Inoltre, lo stesso Santini aveva «ritrattato» il proprio emendamento, presentandone un secondo, alternativo a quello e senza dubbio più corretto, al quale, non a caso gli organismi scientifici avevano dato il via libera.

Si tratta insomma di un evento che non esitiamo a definire vergognoso: l’ennesimo assalto agli animali selvatici ma anche una vera umiliazione per l’Europa, per la scienza e ancora di più per i cittadini italiani, che si ritroveranno i cacciatori nei propri terreni anche oltre i già lunghissimi cinque mesi dell’attuale stagione di caccia.

A questo punto, visti i continui blitz in Parlamento, il disegno di legge Orsi e tutto il resto, sembra ormai chiaro che i cacciatori hanno lanciato un assalto alla natura e ai cittadini italiani, totalmente contrari a qualsiasi ipotesi di allungamento della stagione venatoria. Vedremo in queste ore, prima del voto della legge Comunitaria in aula, da che parte sta il Governo».

In relazione alle dichiarazioni fatte dalle associazioni ambientaliste, il Presidente nazionale dell’Arci Caccia, Osvaldo Veneziano, ha dichiarato che «gli ambientalisti hanno il dovere, per essere credibili, di “disinquinare” il loro linguaggio da furberie, opportunismi che andrebbero lasciati alla mala politica. I cacciatori non siedono in Parlamento e non sono al Governo, non approvano leggi, quindi non hanno fatto nulla contro gli italiani.

Noi non vogliamo partecipare, anzi condanniamo quei politici che organizzano sceneggiate da anni attorno al recepimento delle Direttive comunitarie che servono solo al “bracconaggio” elettorale e non a trovare soluzioni concrete ed equilibrate, così da lasciare il nostro paese permanentemente in procedura di infrazione con i relativi danni ai cittadini.

Dovrebbe essere interesse di tutti gli ambientalisti smascherare “in primis” le lingue “biforcute”, se hanno a cuore la tutela e la gestione della Fauna selvatica, patrimonio di tutti gli italiani e non altro. Sappiamo che fare nomi e cognomi è più difficile, ma è più onesto intellettualmente che istigare allo scontro e alla rissa, come fanno gli “ultras” del mondo venatorio.

Diciamo basta a quanti usano le “poltrone” politiche per prendere in giro gli uni e gli altri, chiamando in causa e offendendo i cacciatori. Le associazioni ambientaliste hanno perso un’occasione per distinguersi dai “politicanti”». (R.V.G.)