Confturismo Veneto contro la centrale nucleare

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Sull’ipotesi trapelata, un commento del ministro del Turismo ha scatenato la dura reazione di Marco Michielli che rappresenta 17mila imprese. No anche sui Casinò negli hotel

«Non vedo come una centrale nucleare possa penalizzare il settore del turismo in una regione come il Veneto», Marco Michielli è esterrefatto. Gli hanno appena riportato la dichiarazione resa oggi dal ministro al Turismo Vittoria Brambilla e quasi non crede alle sue orecchie.

Diciassettemila sono le imprese che Confturismo Veneto rappresenta, sotto la sua guida, tra alberghi, campeggi, agenzie di viaggio, stabilimenti balneari e pubblici esercizi, e a nome di queste Michielli risponde «Proprio non ci siamo. non ci si rende conto di quanto possa pesare, sull’emotività che spesso muove i flussi turistici, l’immagine di una centrale nucleare piazzata nelle immediate adiacenze di località balneari. Respingo anche eventuali accuse di posizione ninby (not in my back yard), semplicemente invito a considerare l’inopportunità di fornire alla concorrenza nazionale ed internazionale la formidabile carta di far preferire per il bagnetto dei bimbi le loro acque a quelle di scarico di una centrale. E se l’immagine è forte, me ne scuso, ma i nostri concorrenti non sono campioni di fair-play. Continuo a ripetere che non ho nulla contro il nucleare in sé, ho anzi votato a favore ai tempi dello scellerato referendum e rimango su quella posizione, considero inoltre che il Veneto ha già dato ben oltre le altre regioni ospitando una centrale a carbone ed un rigassificatore, ricordo che il nostro Paese ha 7mila chilometri di coste, non tutte dedite al turismo e così fortemente antropizzate».

La questione si sposta sui Casinò e sull’ipotesi, rilanciata sempre oggi a Piazzola sul Brenta dal ministro al Turismo, di istituirne negli alberghi a 5 stelle lusso anche del Veneto, magari ad Abano Terme. «Credevo di essermi spiegato abbastanza bene – rincara Michielli -. Qui in Veneto è ancora fresca la memoria delle gesta della banda Maniero. Sappiamo bene quanto poco ci metta la malavita a infiltrarsi nelle case da gioco se non c’è una gestione “corazzata” e quanto in questi casi possa mettere in difficoltà un imprenditore che ha sempre e solo fatto l’albergatore. Anche in questo caso non sono contrario a priori, ma proporrei per Abano Terme e Cortina d’Ampezzo, che si sono candidate, una gestione collaudata come quella del Casinò di Venezia. A ognuno il suo mestiere. Oltretutto da una casa da gioco “comune” avrebbero da guadagnare tutte le strutture, da 1 a 5 stelle, il ricettivo extralberghiero e persino i campeggi».

(Fonte Confturismo Veneto)