«L’unico mondo che abbiamo», ultimo libro di Wendell Berry. Dieci saggi del «filosofo contadino» che rifugge dalle scorciatoie industriali delle energie rinnovabili e preferisce il consumare meno energia. Mette in guardia dalla tendenza della crescita infinita e sposa lo standard di salute ecologica per proteggere meglio il nostro fragile pianeta
Wendell Berry, nel suo ultimo «L’unico mondo che abbiamo» (edito da Piano B, 160 pag., 14,00 €), parte dal saccheggio della terra. In realtà il suo zoom è sugli Stati Uniti, ma questo non vuol dire che sia un’ottica ristretta. Il sistema nordamericano assume il ruolo di archetipo e modello (in negativo) del comportamento umano.
Berry propone di «abbandonare il pensiero meccanicistico che ha dominato il mondo negli ultimi duecento anni, e iniziare a compiere quel cambiamento in noi stessi. Perché i necessari mutamenti politici avverranno solo in risposta al mutamento degli uomini».
È, in fondo, la teoria del filosofo norvegese, Arne Næss, sull’ecologia profonda.
Ed è per questo che Berry crede più nell’economia e nelle scelte delle comunità locali, nei cambiamenti degli stili di vita, nella compromissione personale e non nelle scelte globali.
In questi dieci saggi, il «filosofo contadino», come è stato ribattezzato dal «New York Times», rifiuta l’etichetta di ambientalista, rifugge dalle scorciatoie industriali delle energie rinnovabili e preferisce il consumare meno energia. Mette in guardia dalla tendenza della crescita infinita e sposa lo standard di salute ecologica per proteggere meglio il nostro fragile pianeta.
In questa sua ultima raccolta di inediti, Berry mette al centro il rapporto tra economia ed ecologia, e focus diventa il «commercio della violenza». Senza dubbio incarna il comune sentire, il bisogno primari presente in ogni uomo che contrasta sempre di più con l’ottica del potere, specialmente di quello economico.
Per questo sostiene che «se vogliamo salvare la terra dobbiamo salvare le persone che appartengono alla terra. Se vogliamo salvare le persone, dovremo salvare la terra a cui appartengono le persone».
Wendell Berry (1934), è romanziere, saggista, e poeta statunitense. È autore di oltre quaranta opere, molte delle quali tradotte in tutto il mondo.