È lo slogan che da oggi accoglie i viaggiatori in arrivo all’aeroporto di Copenhagen. Accompagnato dalle foto dei leader mondiali invecchiati al 2020
I viaggiatori in arrivo all’aeroporto di Copenhagen, a partire da oggi, verranno accolti da cartelloni pubblicitari con le facce invecchiate dei leader del mondo che chiedono scusa per non essere stati capaci di affrontare i cambiamenti climatici.
I cartelloni pubblicitari piazzati nell’aeroporto mostrano Obama, Sarkozy, Lula, Merkel, Brown e gli altri (Australia: Kevin Rudd; Brasile: Luiz Inácio da Silva; Canada: Stephen Harper; Polonia: Donald Tusk; Russia: Dmitrij Medvedev; Spagna: José Luis Rodríguez Zapatero) così come potrebbero apparire nel 2020.
Le immagini sono accompagnate dal titolo «Mi dispiace. Potevamo fermare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici…non l’abbiamo fatto». Lo slogan della campagna è «Act now: change the future».
Le pubblicità sono state diffuse dalla coalizione mondiale tcktcktck.org e da Greenpeace come parte della campagna per ottenere un accordo equo, serio e vincolante al Summit su Clima di Copenhagen.
L’aeroporto verrà utilizzato da migliaia di delegati, giornalisti e politici che arriveranno a Copenhagen per decidere il destino del clima. Gli annunci pubblicitari con le facce dei leader sono stati diffusi anche sulle riviste distribuite a bordo, per raggiungere i negoziatori in viaggio per il Summit.
«Se leader come Obama, Sarkozy, Merkel e Brown non saranno in grado di sbloccare i negoziati, il mondo andrà incontro a migrazioni di massa e carestie. Se questo accadrà, “ci dispiace” sarà la parola più usata, ma purtroppo non servirà a nulla» afferma Kumi Naidoo, Direttore Esecutivo di Greenpeace International e Presidente della campagna tcktcktck.org.
«Il momento di agire contro i cambiamenti climatici per salvare il nostro futuro è adesso, non l’anno prossimo o quello dopo ancora. Se vogliamo avere una possibilità di fermare la crisi climatica, dobbiamo fermare la crescita delle emissioni nel 2015».
Per il successo di Copenhagen sarà necessario un accordo equo, ambizioso e vincolante che presuppone:
– un impegno da parte dei Paesi industrializzati a tagliare le emissioni del 40 % al 2020 rispetto ai livelli del 1990;
– un piano per fermare la distruzione delle foreste tropicali entro il 2020;
– almeno 140 miliardi di dollari all’anno in risorse finanziarie pubbliche per contrastare i cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo.
«Non ci sarà possibilità di evitare le nostre richieste. Da quando avranno inizio fino al termine delle trattative, faremo in modo che tutti i partecipanti sappiano cosa occorre fare. È compito dei capi di Stato, e in particolare del Presidente Obama, smettere di parlare e agire adesso» conclude Naidoo.
(Fonte Greenpeace)