Lo dicono i VV.F aderenti alla Uil e i tecnici internazionali che si sono riuniti per una due giorni, per esaminare la documentazione tecnica ufficiale disponibile
Il progetto presentato da Gas Natural per un rigassificatore a Trieste-Zaule, per i Vigili del fuoco aderenti alla Uil, appare insufficiente, impreciso e lacunoso.
Su questo punto sono concordi gli esperti che per due giorni si sono confrontati intorno al tavolo tecnico sul Rigassificatore Zaule (Ttrt), competente, indipendente e internazionale, organizzato dalla Uil-PA Vigili del Fuoco per un’analisi approfondita della documentazione relativa al progetto.
Il tavolo tecnico ha esaminato gli aspetti relativi alla sicurezza antropica e sui criteri di gestione e prevenzione dell’emergenza.
Il compito del Tavolo Tecnico è stato quello di elaborare una valutazione oggettiva dei rischi industriali ed antropici implicati nel progetto «Terminale di Ricezione e Rigassificazione Gnl Zaule (TS)-Gas Natural».
Dopo un’attenta analisi dello studio del progetto «Gas Natural» il Tavolo tecnico internazionale, prima di arrivare alla stesura di un documento finale sui rischi antropico-industriali correlati, ne ha evidenziato numerosi aspetti critici.
Il Collegio, formato da esperti emeriti del settore, che hanno partecipato a titolo personale, costituisce una struttura competente, indipendente e transfrontaliera che si pone come possibile contraddittorio, ma non per questo pregiudizialmente in contrasto con i giudizi elaborati dagli organi istituzionali garanti preposti.
Nella due giorni di lavoro i tecnici Giacomo Costa (chimica), Bruno Della Vedova (geologia e geofisica) e Livio Sirovich (geologia), Franco Stravisi (oceanografia e meteorologia), Fulvio Crisciani (fluidodinamica geofisica), Pierluigi Barbieri (chimica), Toma? Ogrin dal Jo?ef Stefan Institute (chimica), Giorgio Trincas (ingegneria navale) e Radoslav Nabergoj (ingegneria navale), Irene Valle (architettura), Marino Valle (ingegneria meccanica), moderati dalla Dott.ssa Simona Regina, si sono occupati della documentazione tecnica ufficiale disponibile.
Molteplici le carenze riscontrate, a cominciare dal lavoro della pubblica amministrazione che, come sottolineato da Costa nella sua relazione, «non è stato quello che avrebbe dovuto essere: un obiettivo confronto fra l’offerta dell’ente richiedente l’autorizzazione e una chiara posizione della pubblica amministrazione sulle differenze fra gli interessi della comunità e quelli del proponente privato».
Addentrandosi in materia più tecnica, per quanto attiene al progetto di Gas Natural, forti critiche arrivano sui dati meteoclimatici e oceanografici presi in esame, spesso sbagliati.
Allo stesso modo imprecisi sono anche gli studi di caratterizzazione del sottosuolo, sulla proposta di messa in sicurezza della falda, di bonifica del sito e sull’individuazione del livello di sottosuolo non contaminato. «La perimetrazione proposta non garantisce affatto, sulla base delle evidenze sperimentali finora disponibili, di evitare l’eventuale estendersi della contaminazione dall’esterno entro l’area dell’impianto e dal sito verso il ricettore mare».
Quanto allo studio delle manovre, dei rischi e dell’operatività dell’accesso marittimo delle navi gasiere, i tecnici del tavolo suggeriscono analisi più approfondite della situazione dei venti a Trieste e del loro impatto sulla manovrabilità.
«Questo documento – spiega Adriano Bevilacqua, coordinatore regionale Uil-Pa VV.F, promotore del tavolo – serve a predisporre un piano di emergenza adeguato in caso di eventi accidentali. Su questa base ora sarà necessario effettuare una valutazione dettagliata riguardo la rispondenza delle strutture, delle procedure, dei mezzi e delle forze in dotazione. Forze e mezzi che sarebbero palesemente insufficienti ad affrontare emergenze di così vasta portata nel caso di un incidente al Rigassificatore. Com’è stato possibile – chiude Bevilacqua – che si sia potuto approvare un progetto la cui procedura autorizzativa non è avvenuta nel pieno rispetto delle norme sulla Valutazione di Impatto Ambientale (Via)? Aspettiamo delle risposte».
(Fonte UIL PA VVF FVG)