Ispra – Terzo giorno sul tetto

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La protesta, che continua da alcuni giorni, dopo mesi dall’apertura della vertenza, è la plastica dimostrazione della considerazione in cui il governo ha i precari e la ricerca in Italia

«I lavoratori precari dell’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) affrontano il terzo giorno di presidio contro i loro licenziamenti e l’azzeramento della ricerca sul mare sul tetto dell’Istituto di via Casalotti 300 a Roma. Questa mattina il coordinamento dei Precari Usi RdB si è riunito in assemblea per esaminare gli imminenti disagi che si prospettano a causa del cambiamento delle condizioni meteorologiche e della sospensione dell’energia elettrica nell’edificio, annunciata dall’amministrazione per il fine settimana.

I lavoratori hanno deliberato di proseguire nel presidio ad oltranza e chiedono alla cittadinanza di recarsi durante il fine settimana in via Casalotti per esprimere sostegno alla lotta in corso. Alcuni lavoratori hanno accusato malori, dovuti principalmente al freddo e alla stanchezza, e sono stati visitati da un medico dell’associazione Casalotti Libera, che ha riscontrato condizioni di salute attualmente non preoccupanti».

Così in una nota il sindacato Rdb Cub.

«È importante che i cittadini sappiano quanto costano alla collettività questi licenziamenti – sottolinea Claudio Argentini, della Segreteria nazionale Usi RdB – gli indici europei riportano che per la formazione di un laureato sono necessari dai 200 ai 500mila Euro, e per un tecnico specializzato dai 100 ai 250mila Euro. Riteniamo che i 200 licenziamenti siano un danno per la collettività e che la Struttura Commissariale e il ministro Prestigiacomo dovranno risponderne. Ci chiediamo inoltre quale organo dello Stato sia deputato ai necessari controlli al fine dell’individuazione di queste responsabilità», conclude Argentini.