Un progetto in Toscana potrebbe produrre energia pari a quella di 1.000 centrali eoliche
Un premio per il ruolo svolto nell’ambito della divulgazione delle scienze della Terra. Lo ha ricevuto l’Italia nel corso della cerimonia conclusiva dell’Anno internazionale del Pianeta Terra (Iype), che si è tenuta ieri a Lisbona.
A ricevere simbolicamente una parte del pianeta, disegnata su una ceramica realizzata con la tipica tecnica portoghese degli azulejos, il Segretario Generale della Commissione italiana Iype, Luca Demicheli il quale, intervenendo alla conferenza «Iype & International Partners», ha espresso la necessità di puntare sull’energia prodotta dal calore del sottosuolo: «Il futuro sta nella geotermia», ha spiegato Demicheli. «Nel panorama delle rinnovabili – ha continuato – tale fonte, in grado di produrre energia pulita a basso costo, è sicuramente destinata a giocare un ruolo importante».
Coperta attualmente, infatti, già una parte rilevante della produzione (nel 1997 erano installati impianti per una capacità di 550 MW), ma le potenzialità del sottosuolo italiano sono notevolissime ed ancora scarsamente sfruttate, è destinata a crescere ancora. Esiste un progetto in Toscana, a cui sta lavorando un team di scienziati europei, che se sviluppato potrebbe produrre una quantità di energia pari a quella di 1.000 centrali eoliche.
Nella stessa direzione anche i futuri giovani scienziati italiani, rappresentati da Andrea Licciardi che, grazie ai meriti della Commissione italiana, è stato scelto per aprire la sessione dedicata all’energie alternative. Nel suo discorso ha posto l’accento sull’importanza della Ccs (Carbon Capture and Storage), che permette di individuare i siti più idonei per lo stoccaggio dell’anidride carbonica prodotta dalle emissioni in atmosfera.
In un panorama in cui il 79% dell’energia utilizzata a livello globale viene ancora prodotta da fonti fossili, tali tecniche consentiranno, nella fase di transizione verso le rinnovabili, di seppellire tonnellate di CO2 in siti completamente sicuri, come quelli già individuati per l’Italia a Ribolla, in Toscana, e nella ex zona mineraria del Sulcis, in Sardegna.
La Commissione italiana, in particolare, ha promosso e coordinato progetti internazionali come OneGeology, il primo google geologico della storia, e la Via Geoalpina, che sta realizzando i primi percorsi geologi per turisti nell’arco alpino. Lo Yes Congress crea un network mondiale dei giovani scienziati della Terra mentre OneGeology-Europe, disegnando la prima mappa digitale del suolo e sottosuolo europei con un linguaggio unico, rappresenterà lo strumento geologico del futuro.
Uno sforzo che potrebbe concretizzarsi nell’istituzione del Planet Earth Institute a cui affidare il compito di coordinare, a livello mondiale, la divulgazione delle scienze della Terra.
(Fonte Iype)