App continua a deforestare e Greenpeace lascia l’accordo

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«Negli ultimi cinque anni, Greenpeace ha consigliato e fornito suggerimenti nel processo di implementazione della politica forestale della App. La recente analisi delle immagini satellitari suggerisce che imprese forestali legate alla App e a Sinar Mas abbiano eliminato quasi 8.000 ettari di foresta e le torbiere in questo stesso periodo»

Asia Pulp and Paper (App), la più grande impresa cartaria indonesiana, è ancora legata alla distruzione delle foreste. È quanto denunciato da Greenpeace sula basa di un’estesa analisi dei dati satellitari. Quasi 8.000 ettari di foreste e torbiere sono stati convertiti in piantagioni a partire dal 2013, data dell’impegno a non deforestare, da parte di due imprese forestali collegate alla App e alla sua impresa madre, il gruppo Sinar Mas. Greenpeace International accusa App/Sinar Mas di non avere fornito una risposta credibile né di aver intrapreso passi per risolvere la situazione. Di conseguenza, Greenpeace ha posto fine a ogni ulteriore impegno con App/Sinar Mas.

Nel corso degli ultimi venti anni, la App è diventata nota come uno dei peggiori distrutti di foreste su scala mondiale. Dopo decenni di deforestazione e violazioni dei diritti umani, nel 2013 la App si è impegnata a fermare la deforestazione sulla base di una serie di impegni precisi. Da quel momento ha avviato una aggressiva campagna di mercato, presentandosi come un leader globale della sostenibilità.

«Negli ultimi cinque anni, Greenpeace ha consigliato e fornito suggerimenti nel processo di implementazione della politica forestale della App – sostiene Greenpeace -. La recente analisi delle immagini satellitari suggerisce che imprese forestali legate alla App e a Sinar Mas abbiano eliminato quasi 8.000 ettari di foresta e le torbiere in questo stesso periodo».

In passato Greenpeace è stata criticata per aver fornito a App una patente di credibilità ambientale, proprio mentre questa stava espandendo notevolmente la propria capacità produttiva e costruendo una gigantesca fabbrica di cellulosa e carta nell’isola di Sumatra, che ha considerevolmente aumentato il suo fabbisogno di legname.

Un’indagine condotta dall’Associated Press nel dicembre 2017 ha rivelato che le piantagioni di App, spesso mascherate come «indipendenti» da una struttura aziendale opaca, sono ancora legate alla deforestazione e agli incendi forestali.

Ieri, il sito indonesiano Foresthints.news ha rivelato che un’altra filiale della App, la PT BMH, ha espanso le sue piantagioni di acacia in torbiere su un’area equivalente a circa 500 campi da calcio. Ciò includeva aree individuate dall’Agenzia governativa indonesiana per il restauro della torba. La compagnia ha anche costruito più di 37 chilometri di nuovi canali di drenaggio.

La costruzione di nuovi canali di drenaggio e l’espansione in suolo di torba sono vietati in base ai nuovi regolamenti volti a proteggere le torbiere, dato che il loro drenaggio per fare spazio alle piantagioni è una delle principali fonti di emissioni di CO2 e crea condizioni sul terreno che rendono praticamente impossibile il controllo degli incendi.
Secondo un recente documento EPN, la App è responsabile ogni anno di quasi 44 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 dalle sue piantagioni sulla torba secca, una quantità quasi uguale a quella della Norvegia.

(Fonte Salva le Foreste)