C’è un vulcano sotto l’Antartide. L’attività vulcanica è stata documentata per la prima volta nel 2007 ed è confermata dalla spedizione del 2014
Secondo la stampa britannica, un vulcano attivo è stato recentemente scoperto da un team di scienziati internazionali che studiano lo scioglimento della calotta glaciale antartica. Per gli scienziati, il calore derivato dal vulcano potrebbe accelerare il flusso del ghiacciaio Pine Island, che si sta sciogliendo più velocemente di qualsiasi altro ghiacciaio in Antartide.
L’autore principale dello studio, Brice Loose, è un oceanografo chimico presso la Graduate school of oceanography dell’università del Rhode Island (Uri). Il professor Loose ha spiegato che i risultati si basano su una ricerca condotta nel 2014, quando il team ha raccolto campioni di acqua di mare per testare determinati gas che potrebbero fornire informazioni sul ritiro del ghiaccio al ghiacciaio Pine Island.
Nonostante l’Antartide occidentale si pensa possa contenere oltre 100 vulcani, studiarli e comprendere il loro contributo allo scioglimento dei ghiacci si è rivelato difficile.
L’attività vulcanica è stata documentata per la prima volta nel 2007 ed è confermata dalla spedizione del 2014.
«Non stavamo cercando il vulcanismo, stavamo usando questi gas per tracciare altre azioni. Quando abbiamo iniziato a vedere alte concentrazioni di elio-3, pensavamo di avere un gruppo di dati sbagliati o sospetti», ha dichiarato il professor Loose all’Uri today
L’ultima attività del genere è stata 2.200 anni fa, ha detto Loose.
E mentre il calore vulcanico può essere ricondotto ai vulcani dormienti, ciò che gli scienziati hanno scoperto a Pine Island è del tutto nuovo.
Nel documento, Loose ha dichiarato che il sistema di rifusione vulcanica rende difficile misurare il flusso di calore verso la calotta glaciale dell’Antartico occidentale.
«Non puoi misurare direttamente i normali indicatori di vulcanismo – calore e fumo – perché la spaccatura vulcanica è al di sotto di molti chilometri di ghiaccio», ha detto Loose.
Durante la ricerca, il team di scienziati ha trovato grandi quantità di un isotopo di elio, che proviene quasi esclusivamente dal mantello.
«L’elio-3 è come un’impronta digitale per il vulcanismo. Abbiamo scoperto che è relativamente abbondante nell’acqua marina della piattaforma di Pine Island. Le fonti di calore vulcaniche sono state trovate sotto il ghiacciaio che sta registrando un maggiore scioglimento in Antartide: il ghiacciaio Pine Island», ha detto Loose.
Secondo gli scienziati, non è chiaro come il calore vulcanico sia distribuito sotto la calotta glaciale. Gli esperti riferiscono che il vulcano sta chiaramente causando la fusione del ghiaccio dal basso e potrebbe contribuire, in modi non ancora noti, al potenziale collasso della calotta glaciale. Ad esempio, l’attività vulcanica potrebbe anche condurre alla ritirata del ghiacciaio Thwaites, che è adiacente al ghiacciaio Pine Island.
Il professor Loose ha spiegato che il cambiamento climatico è responsabile della maggior parte della fusione glaciale, che sta riducendo notevolmente le dimensioni e il peso dei ghiacciai. Quando la pressione sul mantello terrestre viene ridotta, il calore aggiuntivo può sfuggire dalla fonte vulcanica e riscaldare l’acqua di mare che circonda la calotta di ghiaccio.
Secondo la National science foundation (Nsf), lo studio fornisce la prima prova geochimica di una fonte di calore vulcanica attuale.
«La nostra scoperta di una fonte di calore sostanziale sotto un grande ghiacciaio in Antartide mette in luce la necessità di comprendere il vulcanismo subglaciale, la sua interazione con i margini marini e il suo ruolo potenziale nella futura stabilità dell’Antartico», hanno scritto gli autori dello studio.
Gli sforzi di ricerca finanziati dalla Nsf e dal Consiglio per la ricerca sull’ambiente naturale del Regno Unito (Nerc) proseguiranno fino al 2021.
Lo studio è pubblicato sulla rivista «Nature communications».
Cristina Di Leva