Più incendi boschivi a Firenze

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I roghi sono stati 396 contro i 278 del 2008 e le superfici percorse dal fuoco sono state 278 ettari nel 2009, 178 nel 2008

Con le prime piogge e l’abbassamento delle temperature che caratterizzano l’inizio dell’autunno si chiude la stagione antincendi boschivi per il Corpo Forestale dello Stato e per tutte quelle forze, sia istituzionali sia del volontariato, che nell’estate appena trascorsa si sono adoperate col massimo impegno per fronteggiare questo grave e ricorrente fenomeno.

In realtà normalmente a fine estate termina solo il periodo di emergenza per le strutture ed il personale coinvolto e si entra nella fase di ordinaria gestione dell’attività antincendi boschivi: in Toscana le sale operative provinciali chiudono e le loro funzioni sono assunte da un’unica centrale operativa a livello regionale, la Sala Operativa unificata permanente (Soup), che assicura gli interventi necessari per fronteggiare gli incendi boschivi che possono, sia pur con minore frequenza e pericolosità, svilupparsi in qualsiasi periodo dell’anno. Allo stesso modo anche il Corpo Forestale dello Stato mantiene costantemente la sua azione di vigilanza contro gli incendiari a presidio del territorio e della pubblica incolumità.

L’autunno è tuttavia il momento tradizionalmente dedicato ai bilanci ed alle riflessioni sugli eventi e sulle operazioni condotte, per trarne valutazioni utili a migliorare l’azione futura.

I dati statistici relativi all’anno 2009 (gennaio-settembre) per la provincia di Firenze, confrontati con quelli relativi allo stesso periodo dell’anno precedente mostrano un aumento sia del numero degli incendi (396 contro i 278 del 2008) sia, conseguentemente, delle superfici percorse dal fuoco (278 ettari nel 2009, 178 nel 2008). Questi dati sono comprensivi di eventi avvenuti in area boscata, ovvero gli incendi boschivi veri e propri, come da definizione giuridica («un fuoco con suscettività ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate … oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi ad esse». L.n.353/2000 «Legge quadro sugli incendi boschivi») ed in aree non boscate quali campi coltivati, oliveti, frutteti, pascoli, terreni incolti, ecc. (incendi di vegetazione).

Il dato dei soli incendi boschivi mostra un identico aumento nel numero degli eventi (108 contro i 77 dell’anno precedente) e nelle superfici (133 ettari contro i 50 del 2008).

Ciò può essere certamente ricondotto alle condizioni meteorologiche caratterizzate da alte temperature e prolungata siccità che hanno determinato situazioni di alto rischio per lo sviluppo degli incendi ed accresciuto le difficoltà nell’opera di spegnimento e di messa in sicurezza dei luoghi, ma, come vedremo più avanti, anche la conduzione imprudente e disattenta delle attività lavorative porta una parte consistente delle responsabilità di quanto accaduto.

Da alcuni anni il Corpo Forestale dello Stato opera in modo rinnovato nel settore antincendi boschivi, affiancando ad una presenza sul fronte dello spegnimento ormai consolidata sia presso le sale operative sia nella direzione delle operazioni sul campo, l’azione di polizia a contrasto all’operato degli incendiari, avvalendosi di nuclei specializzati di investigazione appositamente costituiti, che utilizzano le metodologie proprie della polizia scientifica nella ricerca delle fonti di prova che consentono di risalire ai responsabili degli incendi boschivi.

Gli operatori si concentrano nell’individuazione del punto di origine dell’incendio, isolano e delimitano tale zona quale «scena del crimine», poi procedono alla repertazione di eventuali inneschi e ordigni a tempo rinvenuti ancora integri o di parti di essi e proseguono alla ricerca di altri possibili indizi (es. tracce di liquidi accelleranti come benzina, gasolio, alcool, ecc.).

Da questa puntigliosa e metodica analisi dei luoghi prendono origine indagini basate su solidi fondamenti metodologici e scientifici che consentono all’Autorità Giudiziaria di sostenere con più forza rispetto al passato l’azione penale.

Anche in provincia di Firenze alcune pattuglie specializzate sono state dislocate, nel corso della passata stagione estiva, in quelle aree del territorio considerate a maggior rischio d’incendio, pronte ad intervenire nell’immediatezza dell’evento, prima che gli elementi utili alle indagini si modifichino o si disperdano.

È grazie alla tempestività di azione ed alla professionalità dei forestali impegnati in questo settore che è stato possibile individuare e denunciare all’Autorità Giudiziaria i responsabili di 15 incendi di matrice colposa, ovvero sviluppatisi per disattenzione, leggerezza, imprudenza da parte delle persone intente a svariate attività (prevalentemente eliminazione dei residui vegetali provenienti dall’agricoltura e ripulitura del sottobosco dei castagneti da frutto tramite l’utilizzo del fuoco, ma anche accensione fuochi per cottura cibi, fino all’uso di macchine agricole capaci di generare scintille).

Proprio a quest’ultima causa è stato attribuito l’incendio più grave avvenuto in provincia di Firenze nella stagione estiva 2009: quello che a fine luglio ha devastato i boschi nella frazione di Iano nel comune di Montaione (57 ettari di pineta e macchia mediterranea andati in fumo) ed ha tenuto impegnati nell’opera di spegnimento per tre giorni consecutivi centinaia di operatori antincendio e di protezione civile (agenti del corpo forestale, vigili del fuoco, operai alle dipendenze degli enti territoriali, volontari) e oltre 15 giorni nella messa in sicurezza definitiva dell’area.

Le indagini condotte dal nucleo di investigatori del Corpo Forestale hanno consentito di risalire, considerando il punto di origine dell’incendio individuato tramite le tracce lasciate dal fuoco sul terreno e con il supporto di alcune testimonianze, ad un operaio agricolo ed al suo diretto superiore, che hanno eseguito attività di sfalcio dell’erba avvalendosi di un mezzo meccanico del tipo trinciastocche, capace di generare scintille al suo passaggio. Le fiamme, alimentate dal vento, si sono rapidamente propagate dal campo alla vicina pineta, generando un incendio assai difficile da domare. I presunti responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, ma la ferita all’ambiente provocata da un comportamento umano imprudente rimarrà aperta ancora per molti anni.

Sensibilizzare i cittadini ed in special modo le categorie sociali particolarmente coinvolte in questi fenomeni, come gli agricoltori ed in generale chi frequenta le campagne per lavoro o nel tempo libero, sulle conseguenze dell’omissione delle più elementari norme di precauzione e diligenza nell’uso del fuoco, sia sotto il profilo dei gravissimi danni all’ambiente che delle pesanti responsabilità penali che ne conseguono, appare quindi come una necessità non rinviabile.

Molto si può fare ancora sul versante della prevenzione e dell’educazione a pratiche colturali più corrette e sicure, anche con il contributo degli organi di informazione, al fine di ridurre il numero degli incendi boschivi di natura colposa, solitamente oggetto di minore attenzione mediatica, ma capaci di costituire, al pari di quelli dolosi, un serio problema ambientale e di sicurezza per la collettività.

(Fonte Corpo forestale dello Stato, Toscana)