In Italia l’urbanistica sta scomparendo

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È ciò che è stato evidenziato questa mattina durante il seminario «Suolo, sostenibilità e urbanità». E domani parola ai giovanissimi sul tema «Misura e dismisura»

Questa mattina si è tenuto il secondo seminario dedicato a «Suolo, sostenibilità e urbanità», introdotto e coordinato da Franco Marini, presidente dell’Istituto nazionale urbanistica dell’Umbria. Ci si è confrontati sulla giusta misura per uno sviluppo capace di futuro delle nostre città. Si è discusso di come far tornare i residenti nei centri storici, fermare il cemento e l’asfalto nelle campagne con Paolo Berdini, docente di Urbanistica presso la facoltà di Ingegneria dell’Università Tor Vergata a Roma, che ha sottolineato come «il principio che la città è un bene comune, e quindi l’urbanistica un momento centrale nella vita democratica, sta andando scomparendo». Ecco così che nascono continuamente nuovi centri commerciali nelle periferie e si fanno morire i piccoli negozi, minando il sistema delle relazioni tra i cittadini e penalizzando la qualità della vita.

Manfred Kühne, direttore della Sovraintendenza per i Beni culturali di Berlino, ha tratteggiato un quadro dell’evoluzione urbanistica della capitale tedesca, focalizzandosi sull’importanza della partecipazione pubblica nella riqualificazione dell’esistente. «Berlino è l’esempio più lampante di come un’urbanistica contemporanea sia possibile in una maniera del tutto opposta a quello che succede da noi», ha così poi introdotto la propria relazione Pier Luigi Cervellati, professore ordinario di Progettazione e riqualificazione urbana e territoriale presso l’Istituto universitario di Architettura di Venezia (Iuav) e tra i primi a proporre come amministratore a Bologna, un piano condiviso per il recupero della città storica.

«In Germania si parla di riqualificazione degli edifici esistenti, abbattimento delle autostrade e decisioni partecipate. Da noi invece l’urbanistica sta togliendo ossigeno alle città, riempiendo di villette lo spazio tra una periferia e l’altra e cercando poi, come si fa con i malati terminali, di salvarle “intubandole” con metropolitane o treni veloci sotterranei, come si è proposto a Firenze».

Infine, l’attenzione è stata focalizzata sul Piano regolatore come strumento di riqualificazione e di scelte strategiche, con l’intervento di Gianluigi Nigro, docente all’Università di Architettura di Roma, e sul ruolo dei contratti di quartiere nell’ottica di un nuovo modo di pensare l’urbanistica, con Alessandro Bracchini, Architetto-Urbanista.

Domani gli studenti del liceo scientifico tifernate «Plinio il Giovane» e studenti tedeschi della Bassa Sassonia provenienti dalla «Rete ambientale giovanile janun», un centro autogestito da ragazzi e ragazze tra 12 e 27 anni, si confronteranno sul tema «Misura e dismisura».

L’incontro arriva a conclusione e sintesi di un percorso portato avanti dai due gruppi nel corso dell’anno, e sarà coordinato da Peter Kammerer, docente di Sociologia all’Università di Urbino.

«L’obiettivo del nostro lavoro – spiega Peter Kammerer, – non è quello di capire che cosa pensano i giovani oggi: non si tratta di fare un’indagine su “altri”, ma vogliamo trasformare un incontro tra giovani in una presa di coscienza di problemi comuni».

Nel pomeriggio ci si sposterà poi nel Parco Alexander Langer di Città di Castello, parco dell’Ansa del Tevere, intitolato l’anno scorso all’ambientalista e pacifista altoatesino, fondatore nel 1988 della Fiera delle Utopie Concrete, per un lavoro comune di abbellimento.

Pale e carriole, guanti e pennelli, impregnante e vernice e circa 800 piante (ma anche musica): sarà un «Saturday in the Park», in collaborazione con l’associazione culturale «Il Fondino».

(Fonte Utopie Concrete)