Intercultura, per educarsi al mondo

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Un’esperienza di vita importante per i giovani ma anche per le famiglie che li accolgono. Partono in 1.500 ogni anno, diretti verso ogni angolo del Pianeta

Partono in 1.500 ogni anno, diretti verso ogni angolo del Pianeta. Sono i giovani di Intercultura, studenti al quarto anno delle scuole secondarie decisi a fare un’esperienza di studio all’estero.

Da oltre 50 anni, infatti, migliaia di ragazzi e ragazze vengono accolte da famiglie ospitanti, si immergono in una cultura diversa dalla loro, apprendono una nuova lingua e, grazie a incontri ed esperienze, tornano nel proprio Paese più maturi e ricchi di nuove conoscenze e amici.

«Un’occasione per imparare ad essere cittadini del mondo», spiega Stefania Gallerani, volontaria di Intercultura, nel corso di un incontro, a Roma, per illustrare le attività della Onlus. Anni fa, lei stessa partì per Chicago, tornando poi in Italia padrona della lingua e pronta ad affrontare nuove sfide, anche professionali.

Un’esperienza di vita importante per i giovani ma anche per le famiglie che li accolgono. Ospitare un giovane di un altro Paese, infatti, significa educare i propri figli e se stessi a convivere con stili di vita, mentalità, culture di ogni genere, significa confrontarsi con qualcuno che ha abitudini diverse dalle proprie, guardare con occhi nuovi ciò che differisce da noi.

«Sono stata un anno in Finlandia – racconta Elena, 19 anni -. Vivevo in una casa isolata, vicina al bosco e a un lago. La famiglia più vicina era a 10 km da me e per andare a scuola viaggiavo per oltre 40 minuti. Stili di vita che non immaginavo, lontani da quelli a cui ero abituata, eppure è stata un’esperienza meravigliosa, che consiglio ai miei coetanei. Adesso – conclude – mi sento così forte da poter affrontare qualunque cosa con consapevolezza e determinazione».