Il rischio sismico della fragile Italia

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    Presentazione (Roma, 2 ottobre 2018, Palazzo Madama, Sala «Caduti di Nassirya») del volume della Sigea «Rischio sismico in Italia: analisi e prospettive per una prevenzione efficace in un Paese fragile»

    L’Italia è un Paese sismico? Solo negli ultimi 157 anni, dall’Unità d’Italia (1861) a oggi, ci sono stati 39 sismi con effetti disastrosi, compresi gli ultimi eventi del 2012 e 2016. A questi vanno sommati oltre 170 terremoti con danni minori per un totale di 1.560 località gravemente danneggiate e circa 150.000 vittime. In media dall’Unità d’Italia ad oggi si è avuto un disastro sismico ogni quattro anni. L’Italia è in sostanza un «Paese fragile» la cui fragilità è evidenziata da ogni evento sismico che lo colpisce, dal nord al sud. E i terremoti che si susseguono nel nostro Paese sottraggano vite alla loro esistenza, spengono i sogni e affievoliscono le speranze alla gente che li subisce, creano ripercussioni a lungo termine sulla ripresa socio economica delle popolazioni colpite.

    La Società italiana di geologia ambientale (Sigea) presenterà a Roma, il prossimo 2 ottobre presso il Palazzo Madama, il volume «Rischio sismico in Italia: analisi e prospettive per una prevenzione efficace in un Paese fragile» curato da Antonello Fiore e Vincent Ottaviani, supplemento digitale al trimestrale della Società «Geologia dell’ambiente». Alla presentazione parteciperanno il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa e i Presidenti di Commissione del Senato, Mauro Coltorti (Lavori pubblici, comunicazioni) e Vilma Moronese (Territorio, ambiente, beni ambientali).

    «In questo volume di 330 pagine, 41 articoli e oltre 150 autori, sottolineano i curatori, abbiamo voluto raccogliere i contributi dei massimi esperti in tema di rischio sismico con la consapevolezza che tanto ha fatto la ricerca italiana in questi ultimi 40 anni, affermandosi con i propri studi anche in ambito internazionale, ma che non tutto quello che è stato compreso è stato recepito dai decisori, dagli investitori e dalla popolazione; popolazione che di questa ricerca dovrebbe essere la prima a beneficiare. Con questo volume abbiamo voluto mettere in primo piano la consapevolezza della forza degli studi e delle ricerche, per la prevenzione del rischio sismico, contro ogni forma di rassegnazione e fatalismo».

    Perché al di fuori della gestione dell’emergenza, dove si vanta un’esperienza e una professionalità certificata, ci si trova a constatare una storica carenza, che è quella di non essere stati in grado di prevenire per tempo gli effetti del terremoto, di tradurre in politiche, in norme e regolamenti, in piani e programmi, in buone pratiche, le necessarie azioni, che avrebbero potuto evitare le morti e la distruzione d’interi borghi, la perdita irreversibile di un patrimonio culturale, storico e architettonico, unico e d’inestimabile valore. Perseguire con decisione una politica d’intervento, finalizzato al significativo incremento delle condizioni di sicurezza dal punto di vista sismico.

    Un volume che ha la finalità quindi di fornire lo stato dell’arte sugli studi condotti in questi anni in Italia e che partendo dalla consapevolezza che in Italia come in tutto il mondo non è possibile prevedere quando e con che intensità accadrà il prossimo terremoto aiuta a capire come prevenire i sui effetti e questo attraverso investimenti che devono essere stabiliti sulla base di priorità e non a «pioggia», priorità che si devono basare sul grado di pericolosità sismica del territorio.

    Importante è poi anche rafforzare l’insieme dei principi, delle regole condivise e delle procedure che riguardano la gestione e il governo del territorio e questo per formare e «consolidare» comunità consapevoli in grado di auto proteggersi grazie alla conoscenza dei complessi equilibri che regolano la nostra vita, l’ambiente e i rischi naturali.

    In occasione della presentazione del volume ci saranno le relazioni di:

    • Gianluca Valensise, geologo, Dirigente di Ricerca dal 1997,oggi in forza al Dipartimento Terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Le sue ricerche riguardano la sismogenesi, in prospettiva sia geologica che storica. È coautore della Mappa di Pericolosità Sismica che è alla base della attuale normativa antisismica italiana.
    • Massimiliano Barchi, docente di Geologia Strutturale presso l’Università di Perugia, dove dirige il Dipartimento di Fisica e Geologia. Le sue ricerche riguardano principalmente la geologia di sottosuolo e la geologia dei terremoti, con particolare riguardo all’Appennino centro-settentrionale.
    • Gilberto Pambianchi, docente di Geomorfologia presso l’Università degli studi di Camerino, presidente dell’Associazione italiana di geografia fisica e geomorfologia (AIGeo). Le sue ricerche riguardano principalmente la Geomorfologia strutturale, la dinamica dei versanti (grandi frane e Dgpv) e la cartografia geomorfologica per la riduzione del rischio sismico e idrogeologico.

    (Fonte Sigea)