La fibra tessile che studia il sudore

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I ricercatori hanno realizzato un dispositivo che rivela le concentrazioni dei sali in ambiente liquido. L’invenzione permette il monitoraggio della disidratazione negli atleti, dei lavoratori soggetti a impegni usuranti e dei malati in stato non cosciente. Lo studio è stato pubblicato su «Journal of Material Chemistry» e «Chemistry World Magazine»

 

Nasce dallo studio di un gruppo di ricercatori dell’Istituto dei materiali per l’elettronica e il magnetismo del Consiglio nazionale delle ricerche (Imem-Cnr) di Parma, un applicativo in grado di monitorare la concentrazione salina nel sudore umano: una fibra che, inserita nel tessuto di una maglietta, potrebbe per esempio essere utilizzata per monitorare la disidratazione degli atleti. La ricerca è stata pubblicata su «Journal of Material Chemistry» e «Chemistry World Magazine».

«Il dispositivo lavora come un transistor, il cui voltaggio viene regolato dalle specie ioniche (sali e altre sostanze) nel liquido, facendo variare la corrente nella fibra conduttiva – spiega Nicola Coppedè dell’Imem-Cnr -. Gli aspetti particolarmente interessanti sono due: “dal punto di vista della sua alta sensibilità, il sensore è in grado di rilevare il contenuto di sale in acqua anche alle concentrazioni riscontrabili nel sudore umano (30-80 Millimolare). Inoltre il dispositivo elettrochimico, basato su una fibra di cotone conduttiva, mantiene le medesime caratteristiche funzionali, di flessibilità e resistenza anche se integrato in altri tipi di tessuto».

Due caratteristiche che possono trovare interessanti applicazioni in ambito sportivo e medicale. «Ce ne sono almeno altre due: il basso costo del dispositivo e la sua capacità, a differenza di altri sensori elettrochimici, di compiere rilevazioni direttamente in ambienti liquidi come il sudore, senza far uso di gel ionici – precisa il ricercatore -. Ne abbiamo già testato l’efficacia confrontando le rilevazioni nel sudore degli atleti dopo 10′ e dopo 40′ di corsa. Considerando che la capacità di monitorare la concentrazione salina nel sudore umano è cruciale per determinare le condizioni atletiche e di salute in gara, poiché la disidratazione è strettamente legata alla qualità delle prestazioni sportive, l’utilità del sensore è intuitiva».

Ma la medicina dello sport non è il solo ambito d’applicazione per l’invenzione dell’Imem-Cnr. «Valutare la disidratazione attraverso un dispositivo integrato su tessuto indossabile può risultare importante nella sicurezza sul lavoro, in particolare per quanto riguarda i lavori usuranti che richiedono un monitoraggio a lungo termine – conclude Coppedè – . Inoltre, si prevede che possa essere impiegato con successo nel monitoraggio dei pazienti non coscienti: i nostri studi, non a caso, sono ora orientati a comparare in tempo reale i dati rilevati dal dispositivo nel sudore con parametri fisiologici quali il battito cardiaco e la respirazione».

(Fonte Cnr)