L’Italia della ricerca per la crescita blu nel Mediterraneo

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    L’evento che si terrà il 20 dicembre a Roma, presso la sede Consiglio nazionale delle ricerche, farà il punto sulla ricerca e l’innovazione nel settore. Un libro bianco illustra le traiettorie per una crescita sostenibile, considerato il complesso scenario composto da pesca, turismo, porti, traffici navali. Parteciperanno rappresentanti della comunità scientifica e dei ministeri, è organizzato nell’ambito dell’accordo tra Cnr e Commissario per Expo 2020 Dubai


    Si terrà il prossimo 20 dicembre presso l’aula Marconi del Consiglio nazionale delle ricerche (piazzale Aldo Moro 7, Roma) «L’Italia della ricerca per la crescita blu nel Mediterraneo», una giornata per la divulgazione della ricerca sul mare, in collaborazione tra Cnr, ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) e ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci). Sarà presentato il libro bianco Bluemed (Research and Innovation Initiative for Blue Growth and Jobs in the Mediterranean Area), elaborato da un ampio gruppo che coinvolge gli Enti di ricerca Miur, Università, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e tutti i Ministeri con competenze marine.

    «Il libro bianco mira alla definizione di traiettorie future per una crescita sostenibile dei settori legati al mare, affrontando le complesse interazioni tra ricerca, settori privati e responsabili politici – spiega Fabio Trincardi, direttore del Dipartimento di scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente (Cnr-Dta) -. In particolare l’indagine ruota attorno a cinque driver: alimentazione, trasporti, turismo, energia, prodotti chimici e materiali, sviluppando un approccio scientifico che supporti i processi decisionali, promuova la cooperazione e la ricerca per aumentare la competitività, ampli le frontiere della conoscenza e sostenga soluzioni innovative».

    Bluemed evidenzia come «la Crescita Blu, una delle più impegnative sfide che i paesi mediterranei sono chiamati ad affrontare, richieda azioni concertate a livello transnazionale e una visione olistica», prosegue Trincardi. Solo per riferire alcuni dati, l’Italia è il secondo maggior produttore di pesca nel Mediterraneo e Mar Nero con quantità (249.500 tonnellate) pari a circa il 15% e un valore (oltre 750 milioni di euro) di circa il 29% del totale; per i porti del Mediterraneo transitano il 20% dei trasporti marittimi mondiali e il 25% dei traffici petroliferi, il solo sistema portuale italiano contribuisce al 2,6% del Pil nazionale con 11mila imprese e 93mila addetti, pur essendo negli ultimi 10 anni sceso dal primo al terzo posto in Europa per import-export; in continua crescita invece in Italia il settore turistico, il cui valore ammonta a circa il 10% del Pil e il 13% dell’occupazione; l’Europa detiene il 6% della cantieristica navale e il 40% della flotta mondiale e la sua industria marittima nel complesso conta su 300 cantieri e 22mila produttori, solo a livello nazionale abbiamo 40 mila aziende in 15 regioni con un fatturato di 15 miliardi di euro.

    Quali le soluzioni proposte dalla ricerca scientifica e dall’innovazione tecnologica in questo contesto? «Tra le altre, un approccio eco-sistemico della gestione della pesca per ovviare al problema dell’attuale sovra sfruttamento dell’85% degli stock ittici e lo sviluppo di sistemi di allevamento sostenibili, salubri e innovativi, poiché da questo settore giunge il 25% del pesce consumato, di cui è previsto il raddoppio in pochi anni – prosegue Trincardi -. Per i porti è necessario promuovere la digitalizzazione della catena logistica e innovare la produzione e lo stoccaggio di energia. Il turismo può creare ulteriori pressioni sul sistema ambientale costiero del Mediterraneo, la cui popolazione in estate raddoppia, e richiede l’integrazione delle vie navigabili e la gestione dell’impatto previsto per i prossimi anni. Va infine evidenziata la crescita del settore dell’energia marina, promettente risorsa in grado di rispondere al fabbisogno di zone costiere e insulari preservando l’ambiente. Ma il fronte di ricerca è amplissimo, basti pensare alle biotecnologie blu e al mare profondo, ancora in gran parte inesplorato ma già impattato da sversamenti inquinanti e accumulo di plastiche».

    «L’Italia della ricerca per la crescita blu nel Mediterraneo» è una delle iniziative previste dal protocollo d’intesa relativo alla partecipazione italiana all’Esposizione Universale di Dubai, sottoscritto dal Cnr e dal Commissario generale di sezione per l’Italia a Expo 2020 Dubai, Paolo Glisenti. Programmata durante la mattinata anche una visita alla mostra «Aquae: il futuro è nell’oceano», allestita presso la sede del Cnr.

     

    (Fonte Cnr)