Merluzzo a rischio per l’acidificazione dell’oceano

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L’oceano Artico ha raggiunto i più alti livelli di acidificazione marina del mondo. La situazione è talmente grave che appare ormai evidente che le diverse specie del merluzzo del nord atlantico sono destinate ineluttabilmente al declino fino alla totale scomparsa, prima della fine di questo secolo, se non si frena drasticamente e rapidamente il surriscaldamento climatico del pianeta

Nel mare di Barents, a causa dell’acidificazione delle acque e dell’aumento della temperatura marina i tassi di mortalità delle larve di merluzzo sono superiori del 75%. Di conseguenza, la popolazione totale dei pesci, tenuto conto della pesca intensiva già esistente, e tenuto conto anche della pesca illegale, diminuirà molto rapidamente nei prossimi anni, molto di più di quanto stimato in precedenza.

Lo studio

Lo afferma il rapporto scientifico sul monitoraggio e la valutazione dello stato marino dell’Artico: «Artic Ocean Acidification 2018» pubblicato dall’Amap (Arctic Monitoring and Assessment Programma) l’istituzione scientifica dell’«Arctic Council», che è l’organizzazione intergovernativa dei Paesi artici, costituita dagli otto Paesi che si affacciano sull’oceano Artico e dai sette Paesi che hanno interessi in Artico (inclusa l’Italia, che ha una base di ricerca scientifica nelle isole Svalbard).

Ne scrive Vincenzo Ferrara nel suo Blog commentando la notizia.

Tra i vari problemi fisici (fusione dei ghiacci) e biogeochimici (variazione degli equilibri chimico-fisici, chimici e biologici delle acque), scrive Ferrara, che stanno interessando l’Artico, uno dei problemi più critici riguarda la vita marina ed in particolare le popolazioni dei merluzzi del Nord Atlantico, ed in particolare nel Mare di Barents, che sono in profonda crisi a causa dell’acidificazione delle acque oceaniche indotta dai cambiamenti climatici, oltre che dall’aumento della temperatura marina (che sta causando anche deossigenazione dell’acqua).

Bisogna fare presto

La situazione è talmente grave come appare dalle analisi e dai trend attuali, che sembra ormai evidente che le diverse specie del merluzzo del nord atlantico sono destinate ineluttabilmente al declino fino alla totale scomparsa, prima della fine di questo secolo, se non si frena drasticamente e rapidamente il surriscaldamento climatico del pianeta.

L’oceano Artico ha raggiunto il più alto livello di acidificazione di qualsiasi altro mare ed oceano del mondo, perché l’acqua fredda assorbe di più e solubilizza più facilmente l’anidride carbonica atmosferica. E maggiore anidride carbonica atmosferica si discioglie in acqua, maggiore è l’aumento del pH delle acque artiche.

Ma, non c’è solo l’acidificazione, l’oceano Artico sta anche sperimentando i più veloci tassi di riscaldamento marino di qualsiasi altra regione del nostro pianeta. Mentre, il riscaldamento medio globale ha raggiunto il livello di 1,1°C dall’inizio della rivoluzione industriale, le aree marine di riproduzione del merluzzo nel Mare di Barents hanno registrato un aumento della temperatura di ben 3,5°C.

Il Mare di Barents, nella parte più settentrionale dell’Artico è una delle principali fonti di alimentazione di prodotti della pesca per l’Europa settentrionale. Inoltre, assieme all’Islanda e alla Norvegia, l’Artico è la principale fonte di fornitura di merluzzo nel Regno Unito.

Attualmente è in corso anche un sovrasfruttamento delle risorse ittiche dell’Artico, non solo nei confronti del merluzzo ma anche nei confronti di altre specie di pesci atlantici che, dalle più basse latitudini, stanno migrando in questa regione artica a causa del riscaldamento globale.

 

R. V. G.