Solare – Cina e Usa puntano alla supremazia

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Vittima il mercato europeo che rimane comunque luminoso grazie a nuovi mercati

Una crescente competizione e la crisi economica globale si presentano come nubi minacciose sul mercato dell’energia solare in Europa. Il crollo del prezzo del polisilicone e dei moduli solari potrebbero avere come risultato il consolidamento del ruolo della Cina quale destinazione preferita nella manifattura. Dall’altro lato, ci sono poi gli Stati Uniti che si presentano oggi con un ruolo di maggior rilievo per quanto riguarda la capacità energetica installata. Nonostante questi recenti sviluppi, il futuro del mercato dell’energia solare in Europa rimane comunque sempre luminoso, anche grazie al fatto che alcuni mercati emergenti in Europa potrebbero giocare un ruolo di gran rilievo.

Il Giappone e l’Europa hanno fatto da veri battistrada per l?industria dell’energia solare, e proprio per questa ragione hanno finora mantenuto posizioni di rilievo in questo mercato. L’Europa, e più specificamente la Germania, hanno rappresentato finora la destinazione manifatturiera dominante nel mercato globale dell’energia solare. Tuttavia, come si accennava, il mercato europeo deve oggi fare i conti con due maggiori competitori. L’industria cinese, da una parte, fa forte pressione sui costi di manifattura, vista la capacità del Paese di produrre moduli solari a minimo costo, mentre gli Stati Uniti hanno adottato una risoluzione tesa a garantire l’indipendenza energetica, risoluzione che sta dando una forte spinta all’energia solare anche in considerazione del crescente supporto politico per le energie rinnovabili.

«Per quel che riguarda le cellule e i moduli solari, i produttori asiatici stanno letteralmente erodendo le quote di mercato dei produttori europei e giapponesi grazie a una espansione decisamente aggressiva. I bassi costi e l’accresciuto acume tecnologico non faranno altro che rafforzare la presenza di questi operatori nel mercato globale del solare – spiega la ricercatrice di Frost & Sullivan, Alina Bakhareva -. Gli Stati Uniti poi, avendo utilizzato soltanto una frazione dell’immenso potenziale solare, hanno a disposizione tutti gli ingredienti per sviluppare un mercato forte e ben diversificato».

Nonostante l’ingresso di questi nuovi competitori, ci si attende che l’Europa riesca comunque a ritenere una quota sostanziale del mercato e questo soprattutto grazie alla capacità di aver sviluppato una industria solare a tutto campo basata sulla ricerca, una forte base manifatturiera e supporto governativo.

«Dato il complesso panorama globale macroeconomico, i mercati finanziari sempre più ristretti, e il ridotto supporto governativo rispetto al 2008, il mercato residenziale e più commerciale del mercato solare soffriranno maggiormente, con una domanda sempre minore vista la mancanza di fiducia del consumatore e la riluttanza a spendere – continua Bakhareva -. I progetti più sostanziali e già finanziati andranno molto probabilmente avanti, mentre nel breve periodo i progetti più recenti e quelli nascenti avranno difficoltà ad attrarre investimenti a costi ragionevoli. In un periodo così turbolento, è quindi ragionevole assumere che la scossa economica renderà l’industria ancora più forte sfoltendo le fila dei produttori e lasciando in gioco solo quelli che offrono i prodotti migliori ai prezzi migliori. Le piccole aziende produttrici europee saranno le prede più facili di questa globalizzazione dell’industria solare con le società dai bilanci più forti che cominceranno ad acquisire quelle meno fortunate. Nonostante queste grosse difficoltà, l’ottimismo generale per le energie rinnovabili e per il solare in particolare comunque rimane».

Per quel che riguarda i mercati nazionali, il mercato tedesco dell’energia solare continua ad essere il più importante in Europa. I progetti di larga natura commerciale sembrano avere discrete prospettive. Diversi grandi produttori hanno, infatti, annunciato una crescita della capacità energetica e la costruzione di nuovi impianti. È, infatti, già cominciata la costruzione della più grande centrale solare con 63 MW di capacità installata.

La Francia ha, invece, favorito tradizionalmente le tecnologie solari integrate nell’edilizia (Building Integrated Photovoltaic, Bipv), un’applicazione che offre tariffe più elevate fino a ? 0,55/kWh. «Se è vero che il Paese ha mostrato livelli di crescita ragionevoli – spiega Bakhareva – tutti concordano nel ritenere che il mercato solare si sarebbe sviluppato in maniera più sostenuta se i sostegni governativi fossero stati applicati in maniera eguale ai vari tipi di installazioni».

Con l’implementazione di un nuovo modello tariffario per il feed-in nella primavera del 2007, la Spagna è diventata domanda vitale per il mercato solare globale. I costruttori si sono dunque affrettati ad installare quanti più sistemi possibili al fine di avvantaggiarsi della generosa tariffa feed-in di ? 0,42 per kWh. Ciò ha portato a un notevole ritardo dovuto all’intasamento causato dalle moltissime domande di permesso. Dopo aver approvato 392 progetti, il governo ha limitato le installazioni e abbassato le tariffe. È difficile quindi credere che nel 2009 il livello di installazioni sarà equivalente a quello del 2008.

L’Italia e la Grecia hanno il potenziale di diventare mercati emergenti di grande successo considerato le tariffe molto attraenti, ma la burocrazia costituisce un continuo ostacolo alla crescita.

Un altro mercato emergente, la Repubblica Ceca, ha lanciato in forze l’industria del solare nel 2007 con l’installazione di 4,5 MW di capacità solare e potrebbe diventare uno dei Paesi con le migliori performance di crescita nel 2009.

(Fonte Frost & Sullivan)