Non ci sono differenze fra Nord e Sud, la Basilicata è al primo posto seguita da Friuli Venezia Giulia e Val d’Aosta, fanalino di coda la Sicilia e il Lazio
La situazione ambientale in Italia, non è eufemisticamente a macchia di leopardo, è schizofrenica. È questa l’impressione che si ricava dalla prima edizione del «Rapporto osservasalute Ambiente» realizzato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi e presentato oggi a Roma.
Non ci sono differenze fra Nord e Sud, la Basilicata è al primo posto (ha il dato migliore per l’inquinamento da benzene, e una bassa produzione di rifiuti solidi urbani) seguita da Friuli Venezia Giulia e Val d’Aosta, fanalino di coda la Sicilia e il Lazio.
Il dissesto ambientale, ad esempio, pesa sulla salute ma non è quantificabile perché sono carenti o mancano i sistemi di rilevazione come le centraline per i fenomeni ambientali, e i sistemi per monitorare e gestire i rischi per la salute.
E se dovesse mancare con il federalismo, un momento di unificazione e coordinamento nella gestione nazionale di questi fenomeni, che non sono confinabili in una regione, il disastro sarà completo… le regioni poco virtuose distruggeranno il lavoro di quelle vicine.
Schizofrenia evidente nell’acqua potabile che è disponibile in media per l’82,3% degli italiani, ma al Nord è distribuita al 97% della popolazione nelle isole al 42,7…
Diversi i parametri considerati: dall’accesso all’acqua potabile alla qualità dell’aria, ai rifiuti e alla raccolta differenziata, fino all’inquinamento acustico.
Per l’Italia, il problema principale e guaio storico è che manca per la salute del territorio un’azione programmata nel gestire i diversi problemi ambientali causati dalle varie fonti di inquinamento.