Pac, l’agricoltura che vogliamo

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Una priorità, ricorda la Coalizione, confermata anche dai risultati del rapporto su Pac e cambiamenti climatici, realizzato da esperti esterni per la Commissione europea. Il documento conferma le criticità della Pac attuale per la riduzione significativa delle emissioni di gas clima alteranti e l’urgenza di rinforzare gli impegni ambientali nei nuovi Regolamenti in discussione per il periodo di programmazione 2021-2027

Il nuovo Parlamento europeo, costituito dalle donne e dagli uomini premiate dal voto di domenica in Italia e negli altri Paesi europei, dovrà porsi senz’altro una priorità: rendere l’agricoltura europea più sostenibile per l’ambiente e la società.

Parte così il messaggio delle Associazioni della Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura, coalizione che è parte della campagna europea The Living Land nata per unire tutte le organizzazioni e le persone che pensano che l’attuale Politica agricola comune (Pac) sia in crisi e abbia bisogno di essere riformata.

Utilizzare il 38% delle risorse del bilancio comunitario assegnate alla Pac dopo il 2020 per contrastare i cambiamenti climatici ed arrestare la perdita della biodiversità dovrà essere un impegno prioritario per tutti i neo rappresentanti dei cittadini europei.
Una priorità, ricorda la Coalizione, confermata anche dai risultati del rapporto su Pac e cambiamenti climatici, realizzato da esperti esterni per la Commissione europea.

Il documento conferma le criticità della Pac attuale per la riduzione significativa delle emissioni di gas clima alteranti e l’urgenza di rinforzare gli impegni ambientali nei nuovi Regolamenti in discussione per il periodo di programmazione 2021-2027. I sussidi perversi della Pac attuale nel 2016 hanno ridotto le emissioni di gas serra di un misero 2% a fronte delle emissioni complessive dovute all’insieme delle pratiche agricole e zootecniche intensive che superano il 20% del totale.

Molti agricoltori ritengono che le ultime riforme abbiamo reso una politica già complessa come la Pac ancora più difficile da comprendere e persino la Commissione europea è stata costretta ad ammettere che l’attuale Pac è obsoleta rispetto ai cambiamenti politici ed economici globali.
Le risorse della Pac dovrebbero essere destinate prioritariamente alle pratiche agricole che consentano di mitigare e compensare i cambiamenti del clima come il sostegno alle colture come le leguminose nell’ambito delle rotazioni e lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Un altro allarme che giustifica l’urgenza di una seria riforma della Pac è il drammatico declino della biodiversità a livello globale, lanciato nelle scorse settimane dall’Intergovernmental science-policy platform on biodiversity and ecosystem services (Ipbes) e dalla Food and agriculture organization of the United Nations (Fao) che hanno denunciato il serio rischio della perdita di oltre 1 milione di specie animali e vegetali per effetto delle attività umane, con la previsione di effetti devastanti sull’agricoltura. Una situazione che vede, in Europa, l’agricoltura intensiva essere indicata come la principale causa di questo dissesto.

Una coalizione che, in definitiva, chiede ai deputati neoeletti di mettere la mitigazione del clima e la conservazione della biodiversità al centro della futura politica agricola europea. Una Pac dove la consultazione tra ambientalisti, agricoltori consapevoli, consumatori, esperti di cibo e salute, semplici cittadini sia il vero punto di forza della sfida per ottenere un sistema agroalimentare e un’agricoltura veramente sostenibile nei singoli territori.

Perché come diceva Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, «il futuro è nelle mani del contadino locale non delle multinazionali» così è necessario un cambio di rotta che parta dalle singole comunità, a livello locale significativa è l’esperienza del Treno del pensiero, mezzo ideale e sostenibile per interconnettere persone e idee, luogo simbolico dove far incontrare e dialogare i protagonisti della sostenibilità con la cittadinanza, per ristabilire quell’equilibrio primordiale dell’uomo con la natura.

 

Elsa Sciancalepore