A Bologna nasce la rete internazionale per lo sviluppo sostenibile

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Alternativa sostenibile
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La firma tra le regioni leader di Cina, Usa, Africa, Francia e Germania per un’alleanza con l’Emilia-Romagna

Un’alleanza che va oltre i rapporti tra Stati-nazione, dove sono protagoniste sette regioni molto diverse (europee ed extraeuropee) tra le più avanzate di quattro continenti. Obiettivo: creare una rete operativa per collaborare su temi cruciali per una crescita che sappia guardare ai bisogni delle persone e delle comunità, del lavoro e delle imprese: Big data e digitalizzazione, trasformazioni delle città, cambiamenti climatici e ambiente, welfare.

Regista è l’Emilia-Romagna, nella convinzione che i territori siano le forze attive di un processo di crescita che sia sostenibile: per questo la Regione ha invitato a Bologna i Governi del Guangdong (Cina), California e Pennsylvania (USA), Gauteng (Sudafrica), Nouvelle-Aquitaine (Francia) e Assia (Germania) per la conferenza internazionale «Regions for global sustainable development». Oggi alle 12 la firma dell’impegno ufficiale dei partner a una collaborazione operativa.

Pensare il futuro partendo dal presente, con risposte che già ora guardino ai bisogni delle persone e delle comunità, attraverso una modello di crescita che sia realmente sostenibile. In un contesto globale che cambia a grande velocità, alcune regioni hanno innescato processi di innovazione sociale, economica e ambientale, assumendo un ruolo di guida nei rispettivi contesti. La collaborazione fra questi territori diventa così garanzia di condivisione di esperienze e conoscenze che permetta l’apertura a nuovi investimenti da un lato, all’estensione di diritti e tutele dall’altro, fino all’impegno comune su argomenti cruciali come Big Data e digitalizzazione, trasformazione delle città, cambiamenti climatici e ambiente.
Per questo l’Emilia-Romagna chiama a raccolta le regioni europee ed extraeuropee con le quali in questi quattro anni più ha lavorato per un impegno condiviso fra territori: lo fa con un vertice finalizzato a creare una solida rete internazionale tra Regioni leader.

È questo lo scopo della conferenza internazionale «Regions for global sustainable development» che da mercoledì a oggi vede la regione capofila e ospite del summit tra i rappresentanti governativi delle Regioni e Stati di sei Paesi, tra i più industrializzati e all’avanguardia: la Provincia sudafricana del Gauteng, la Provincia cinese del Guangdong, gli Stati della Pennsylvania e della California, la Regione francese della Nouvelle Aquitaine e il Land tedesco dell’Assia. Si apre così un dibattito sulle prospettive di crescita aperta e inclusiva tra aree che, a livello mondiale, si distinguono per essere altamente avanzate in termini di risultati economici e «calibro» della loro ricerca, formazione e produzione.

Il summit di Bologna si propone come una novità rispetto gli accordi one-to-one siglati fino ad oggi dall’Emilia-Romagna, per approdare ad una congiunzione più ampia di intenti: creare una rete internazionale di collaborazione e condivisione di intenti tra le singole Regioni, capace di interpretare le richieste, aspirazioni e valori delle persone e delle popolazioni.

La straordinaria importanza delle comunità scientifiche e industriali che ne fanno parte e, più in generale, delle società a cui appartengono, fanno sì che le Regioni e i governi territoriali, insieme, siano in grado di affrontare nuove sfide legate all’innovazione e alla sostenibilità.

L’incontro è l’occasione per confrontarsi sulle proprie esperienze e i risultati raggiunti e per condividere e firmare una dichiarazione congiunta, di grande valore simbolico, al centro dei futuri progetti comuni.

«Con gli Stati e le Regioni che in questi giorni abbiamo riunito qui, a Bologna e in Emilia-Romagna, in questi quattro anni abbiamo costruito rapporti di collaborazione che guardano ai bisogni dei nostri cittadini e delle nostre comunità, per costruire risposte adesso, nel presente, e per il futuro — sottolinea Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna —. Perché crediamo che soprattutto in questa fase storica sia un obbligo per i governi territoriali che più si cimentano su ricerca e innovazione mantenere dialogare, confrontarsi e lavorare insieme per creare rapporti stabili, operativi e in grado di prefigurare a livello mondiale delle soluzioni per le principali sfide che ognuno di noi deve affrontare, prima fra tutte quella ambientale e della buona occupazione, stabile e sicura. “Regions for global sustainable development” è l’esito di questo percorso, cominciato subito nel 2015, a inizio legislatura. Ringrazio per aver accettato il nostro invito i governi dello Stato della California, della Provincia sudafricana del Gauteng, della Provincia cinese del Guangdong, del Land Hessen della Repubblica Federale di Germania, della Regione francese Nouvelle-Aquitaine e del Commonwealth statunitense della Pennsylvania. Sono orgoglioso che questi tre giorni di lavoro e di riflessione sul ruolo che i territori possono svolgere per generare e condividere nuove prospettive di crescita aperta, competitiva e inclusiva, si concludano con la firma di una dichiarazione congiunta, che ci impegna reciprocamente. Martedì scorso l’Assemblea dell’Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità la legge regionale su Big data, intelligenza artificiale, meteorologia e cambiamento climatico. Con essa nasce anche la “Fondazione Big Data for Human Development”, che riunirà gli atenei regionali e che apriremo ai grandi enti di ricerca nazionali e internazionali. In quattro anni abbiamo portato in Emilia-Romagna investimenti nazionali e internazionali straordinari, anche su questi ambiti di frontiera, facendo della nostra rete regionale dei Tecnopoli l’infrastruttura materiale e immateriale più avanzata del Paese e tra le prime in Europa. E dell’Emilia-Romagna la Data Valley internazionale. Anche da ciò dipenderanno in grande parte il progresso scientifico, le imprese e l’occupazione di maggior qualità del futuro. Parliamo della salute e della qualità della vita delle persone, della sostenibilità delle nostre città e del cambiamento climatico globale. Riguarda tutti noi e il futuro dei nostri figli. L’Emilia-Romagna si fa dunque promotrice di una solida alleanza internazionale, che punta a nuove azioni che possano divenire di riferimento per lo sviluppo globale e sostenibile anche di altri territori. Un successo per tutta la comunità regionale e una conferma della sua natura, aperta e solidale, oggi più che mai indispensabile per garantire crescita e coesione sociale».

È concorde Patrizio Bianchi, Assessore regionale a coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro: «Bologna e l’Emilia-Romagna sono ancora oggi uno dei luoghi nel mondo in cui si incrociano la conoscenza, la ricerca, il futuro. “Regions for global sustainable development” è stata occasione strategica per dimostrarlo e per presentare alle regioni più avanzate a livello globale tutto il grande lavoro che stiamo realizzando nel campo dei Big Data, materia prima per una nuova scienza e di una economia. In questi anni di intense relazioni internazionali abbiamo imparato che per affrontare le grandissime sfide che sono state stilizzate sotto il termine di “sviluppo sostenibile” è necessaria una grande alleanza tra i sistemi scientifici e i sistemi produttivi. Per questo (con il progetto del Tecnopolo di Bologna e della Fondazione Internazionale Big Data e Artificial Intelligence for Human Development) abbiamo realizzato un grande piano di apertura internazionale delle nostre capacità scientifiche, sviluppando un’iniziativa impianta su questo territorio ma rivolta a tutto il paese, a tutta l’Europa e a tutto il mondo. Una grande fondazione internazionale a cui abbiamo chiesto alle Regioni oggi qui presenti di partecipare tramite le loro istituzioni di ricerca. Un grande progetto che dimostra ancora una volta che l’Emilia-Romagna, come le regioni più dinamiche a livello globale, ha saputo confrontarsi con le grandi trasformazioni che hanno guidato il mondo fuori dal ventesimo secolo ed oggi è pronta ad essere protagonista del nuovo, nell’idea che i territori siano le forze attive di un processo di globalizzazione positivo e capace di affrontare con senso di responsabilità tutti i problemi ma anche tutte le opportunità che oggi l’umanità ha davanti a sé».

 

(Fonte Ufficio stampa internazionale)