Una sintetica cronaca delle principali fasi di questa guerra incosciente e masochista, condotta contro il preziosissimo «manto verde» dell’Italia. Continua l’impegno di Franco Tassi
Nella storia dell’umanità, l’attacco agli alberi e alle foreste non rappresenta certo una novità: ma non si può negare che, negli ultimi decenni, la guerra al verde si sia scatenata sempre più violenta, e al tempo stesso subdola e mascherata. Perché oggi chi attenta ai boschi si dipinge di verde smeraldo, e spergiura di farlo per il loro, e per il nostro bene.
Ecco allora una sintetica cronaca delle principali fasi di questa guerra incosciente e masochista, condotta contro il preziosissimo «manto verde» dell’Italia.
1.- Normativa = in un paese civile, alberi e boschi sono considerati una ricchezza inestimabile, da proteggere dalle insidie, e da amministrare saggiamente. Ma cosa sta avvenendo invece oggi in quest’Italia, un tempo ammantata di vaste foreste? come ha ben sottolineato l’amico Alberto Abrami, docente di diritto forestale, agli albori del terzo millennio una serie di atti, giudizi e provvedimenti normativi (2001, 2008, 2018) ha progressivamente degradato e smantellato la tutela del patrimonio arboreo, rendendo la sua salvaguardia sempre più tenue, teorica e confusa.
2.- Forestale = la devitalizzazione già da tempo avviata dell’unica forza di polizia in grado di prevenire e reprimere i reati contro la natura ha raggiunto il momento culminante nell’accorpamento del Corpo forestale dello Stato nell’arma dei Carabinieri (meglio definibile poi come «accoppamento», attraverso la frammentazione e la militarizzazione), nel tripudio della mala-politica e con l’aiuto dell’eccellentissima consulta. Una catastrofe imprevista e inimmaginabile, frutto di combinazione tra cronico analfabetismo ecologico e inconfessabili intendimenti, lontanissimi dal bene comune.
3.- Organizzazione = come se tutto ciò non bastasse, la competenza sulle foreste viene attribuita in esclusiva non al ministero dell’Ambiente, ma a un dicastero produttivistico come l’agricoltura, che ha assorbito anche il turismo… ed ecco allora il colpo di genio: facciamo delle foreste una semplice sottocategoria turistica, qualcosa come una magnifica cartolina illustrata, da ammirare e spedire. Per vedere quanto erano belle un tempo, mentre ora ci stiamo affannando con ogni mezzo a tagliarle. Sembra che il Consiglio di Stato non fosse proprio d’accordo, ma poco importa…
4.- Legislazione = il nuovo testo unico forestale (tuf, definito truff nell’acronimo più veritiero) è un’ineguagliabile capolavoro di strategia dell’inganno, che trasuda fervide espressioni d’amore ribollente per quel patrimonio naturale, di cui prepara il sistematico massacro. fulgido esempio di come oggi le cinque erinni dominanti, sempre strettamente alleate (politica, burocrazia, tecnocrazia, baronìa e mediatica) possano aprire la strada all’avidità e al profitto, a danno della collettività, di madre natura e del futuro di ogni essere vivente.
5.- Convenzione = l’ultimo atto di questa allucinante tragicommedia non è costellato soltanto di manipolazioni informative, elucubrazioni scientistiche, fantomatici decreti attuativi e interventi devastanti, in spregio al buonsenso e contro ogni principio etico, scientifico e giuridico. Si passa infatti direttamente, senza scrupoli, alle intese simili al patto tra Faust e Mefistofele, tra le quali brilla l’eccelso accordo tra Federparchi (Legambiente?) e Federlegno (Assomobili?). Il modo migliore per espugnare il Fort Knox della natura, l’ultimo immenso deposito di patrimonio arboreo, che l’Italia aveva giurato di difendere fino alla morte: le mitiche aree protette. Aprire alle scuri e alle motoseghe anche i Parchi nazionali era da sempre il sogno di molti, e ora si sta finalmente realizzando.
Ma una soluzione c’è… cambiare rotta!
È innegabile che, continuando così, la nave della povera Italia rischia di naufragare. Finendo deforestata, scorticata, scotennata, a beneficio di aridificazione e desertificazione, dissesto ecologico e idrogeologico, perdita di biodiversità e mutamento climatico, di cui abbiamo ormai conferma quotidiana…
E allora?
Una soluzione c’è, molto semplice e a portata di mano: basta farsi coraggio, agguantare il timone, e finalmente… cambiare rotta!
La partita finale si può vincere con tre mosse decisive:
1.- Arrestare lo sfrenato, spregevole e autodistruttivo assalto agli alberi e ai boschi, curando i poveri «dendrofobi» contagiati dal virus treekill;
2.- Lasciare che le foreste naturali continuino a vivere secondo le leggi di natura, e che quelle seminaturali si rigenerino spontaneamente;
3.- Piantare moltissimi alberi, rimboschire gli immensi spazi disponibili sul pianeta, oggi inutili e improduttivi, domani fonte di equilibrio, armonia, ricchezza e vita senza pari.
Franco Tassi