Aiea e Sigea in difesa dell’ambiente. Quello che segnalano le associazioni è l’importanza di questi canali che nella regione Puglia dovrebbero assumere un ruolo di mitigazione del rischio idraulico per accogliere le acque dall’entroterra in occasione delle precipitazioni meteoriche intense e che invece si fanno scenario di scarico di rifiuti che una volta bruciati emettono dense cortine di fumo e formazione di sostanze tossiche che si depositano sui suoli, nelle acque del canale, del fiume e quindi del mare…
Che si tratti di rifiuti contenenti amianto o rifiuti misti assemblati si sa che vige una normativa specifica, la parte quarta del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 «Norme in materia ambientale» e s.m.i., che definisce le norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati.
All’art. 178 del Dl viene definita la gestione dei rifiuti come un’attività di pubblico interesse avente come fine quello di assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e controlli efficaci. Ancora nell’articolo si evidenzia come i rifiuti debbano essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente e il tutto conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui si originano i rifiuti con particolare riferimento al principio comunitario «chi inquina paga».
Una normativa vigente che certamente non mette al riparo da situazioni illecite.
È di pochi giorni fa infatti la richiesta di intervento statale avviata dall’Associazione italiana esposti amianto (Aiea), Val Basento, che ha chiesto al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm) di intervenire in via d’urgenza per porre in essere tutte le misure e gli atti necessari di precauzione, di ripristino, di bonifica e di tutela della salute umana eliminando i numerosi big bag contenenti amianto completamente usurati ed in molti punti deteriorati esistenti da circa venti anni lungo la Strada Statale SS 407, Basentana (direzione Metaponto).
Una segnalazione locale che vede a livello nazionale la denuncia della stessa Associazione sulla silenziosa e subdola «strage di Stato». Maura Crudeli, presidente Aiea, intervenuta in rappresentanza del Coordinamento nazionale amianto (Cna) alla Maratona Patto per la Salute, ha evidenziato come siano circa 4.000 i morti all’anno per malattie causate dall’amianto e 30 milioni le tonnellate di questo micidiale veleno, presenti nell’ambiente; dati allarmanti per cui occorrono azioni urgenti e coordinate del Ministero della Salute con tutti gli altri Ministeri per la prevenzione e la tutela della salute per gli esposti all’amianto.
Anche la Società italiana di geologia ambientale (Sigea), associazione riconosciuta dal Mattm come «associazione di protezione ambientale a carattere nazionale», ha avanzato una segnalazione a carico di una situazione di particolare gravità e degrado di un canale di bonifica in destra idrografica del fiume Ofanto ubicato in contrada Campanile a Barletta, a valle delle località Pozzillo e Tittadegna. Quello che segnala l’associazione è l’importanza di questi canali che nella regione Puglia dovrebbero assumere un ruolo di mitigazione del rischio idraulico per accogliere le acque dall’entroterra in occasione delle precipitazioni meteoriche intense e che invece si fanno scenario di scarico di rifiuti che una volta bruciati emettono dense cortine di fumo e formazione di sostanze tossiche che si depositano sui suoli, nelle acque del canale, del fiume e quindi del mare.
Un abbandono indiscriminato di rifiuti documentato anche da foto satellitari storiche visionabili mediante software Google Earth traguardando le coordinate geografiche: 41°19’30.95″N ; 16°13’4.95″E e da recenti riprese effettuate da una troupe dell’emittente televisiva Rai Tre.
Una segnalazione che inviata anche alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Trani, chiede alla Prefettura di Barletta – Andria – Trani di coordinare e intensificare i controlli ambientali nei comuni attraversati dal fiume Ofanto prossimi alla foce, anche ricorrendo al supporto delle Amministrazioni militari, per scoraggiare e contenere il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e dei roghi. Un’attività di controllo, continua l’associazione nella comunicazione, che potrà favorire una frequentazione sana dell’agro interessato e garantire un maggior senso di sicurezza ai conduttori dei fondi agricoli e protezione da azioni illecite perpetrate da frequentatori poco rispettosi dell’ambiente e del settore agroforestale.
Perché in un momento in cui ogni ora vengono accertati più di tre reati ambientali in Italia come descritto dal Rapporto Ecomafie 2019 e lo studio «No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People» condotto dall’Università di Newcastle e commissionato dal Wwf ci dice che anche l’uomo «mangia» plastica, circa 5 grammi a settimana, risulta assolutamente necessario pretendere la tutela dell’ambiente e della salute, la difesa di tutte le matrici ambientali, il controllo della sicurezza pubblica e privata.
Elsa Sciancalepore