Sigea: a Ripagnola tutelare i beni geologici e rurali

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Antonello Fiore
Antonello Fiore, presidente Sigea
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La Sigea, presente alla Conferenza di Servizi istruttoria relativa al procedimento per l’istituzione del parco naturale regionale, puntualizza come sia necessario, prima di ogni valutazione di eventuali progetti o autorizzazione degli stessi su questa fascia costiera, consolidare lo stato delle conoscenze sul reale valore dei beni, delle relazioni culturali, delle stesse attività agricole, visti nella prospettiva della conservazione e tutela per far sì che siano patrimonio delle generazioni future

Istituire il Parco naturale regionale «Parco costiero di Polignano a Mare», punto di partenza per la realizzazione di progetti che conoscano il reale «stato dell’arte» circa la conoscenza dei beni geologici, del contesto paesaggistico e biologico, tutti beni comuni che costituiscono valori da preservare per le comunità locali e il loro sviluppo sostenibile, questa la conclusione che la Società italiana di geologia ambientale (Sigea) rimarca con forza nel Contributo indirizzato al Presidente della Regione Puglia, dott. Michele Emiliano, e depositato agli atti in occasione della Conferenza di Servizi istruttoria, relativa al procedimento per l’istituzione del parco naturale regionale, che si è tenuta ieri mattina presso la Regione Puglia.

La Sigea, nella nota, ricorda come i «geositi» e le «emergenze geologiche» comprese nell’area di interesse siano stati oggetto di una ricognizione col progetto regionale «Ricognizione e verifica dei geositi e delle emergenze geologiche della Regione Puglia». Un progetto utile alla costituzione di un «Catasto» che, pur non essendo stato ancora istituito, permette la consultazione delle mappe delle aree censite in un portale dedicato «www.geositipuglia.eu», dal quale si possono acquisire anche le schede della catalogazione dei beni geologici, beni che definiti sulla base del significato geologico, geomorfologico, paleontologico, hanno valore oltre che scientifico e didattico anche culturale e paesaggistico. In particolare, nella fascia compresa tra Mola di Bari e Monopoli sono attualmente censiti ben 15 beni geologici, ma ulteriori elementi possono derivare dagli studi necessari a piani urbanistici di dettaglio.

La Sigea, inoltre, riporta come di recente l’Unesco abbia iscritto «L’Arte dei muretti a secco» nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità. Nelle motivazioni si legge che tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secca rappresenti uno dei primi esempi di manifattura umana. Queste opere sono uno degli elementi fondanti i paesaggi rurali della Puglia che vanno tutelati, come nel caso di Costa Ripagnola. Opere realizzate sia per fini abitativi che per scopi agricoli come lo spietramento dei campi, la divisione delle proprietà, la regimazione delle acque, la sistemazione dei versanti per la messa in produzione e che di fatto rappresentano opere che testimoniano l’armoniosa relazione fra l’uomo e la natura.

In definitiva, la Sigea puntualizza come sia necessario, prima di ogni valutazione di eventuali progetti o autorizzazione degli stessi su questa fascia costiera, consolidare lo stato delle conoscenze sul reale valore dei beni, delle relazioni culturali, delle stesse attività agricole, visti nella prospettiva della conservazione e tutela per far sì che siano patrimonio delle generazioni future.

Un patrimonio già fruibile nel «paesaggio percepito» ma che necessita di conoscenza e di consapevolezza nella popolazione. Conoscere i beni geologici attraverso l’istituzione e l’implementazione del relativo Catasto, incentivare, anche attraverso azioni di studio e condivisione con la popolazione locale, forme di tutela basate sulla rivitalizzazione del ruolo culturale delle aree agricole nella società, questi alcuni punti fermi ritenuti dalla Sigea quali passi fondamentali per dare un indirizzo di sostenibilità al futuro di un’area che conserva alcuni tra i pochissimi tratti ancora fruibili della costa tra Barletta e Monopoli, quasi totalmente antropizzata.

Di seguito le aree di interesse geologico presenti nel portale «www.geositipuglia.eu» e nel database costruito col progetto regionale «Geositi», ricadenti nella perimetrazione proposta.

Da Mola a Monopoli:

CGP0280: Le dune fossili Le Macchie

CGP0252: I depositi di mareggiata di San Giovanni

CGP0248: Il canale medievale di San Vito

CGP0247: Le cave costiere di San Vito

CGP0197: La cava costiera di Polignano a Mare

CGP0235: La Grotta Sorgente Chiar di Luna

CGP0223: La Grotta della Rondinella

CGP0231: Le brecce da collasso carsico di Cala Paura

CGP0234: Largo Gelso e la falesia Grottone

CGP0230: La falesia di Polignano a Mare

CGP0236: Lo Scoglio dell’Eremita

CGP0237: L’arco della Grotta di Sella

CGP0149: Le calcarenitibioturbate di Torre Incina

CGP0241: La Lama di Torre Incina

CGP0150: Le strutture deformative di Monopoli.

L’elenco può essere integrato dai beni riconosciuti nel centro abitato di Polignano:
CGP0233: La Lama Monachile

CGP0232: La Grotta Palazzese

CGP0266: Largo Grotta Ardito

Inoltre può essere integrato dalle adiacenti aree individuate a Mola e a Monopoli:

CGP0400: Le norie di Mola di Bari

CGP0151: I conglomerati clinostratificati di Torre d’Orta (Monopoli)

CGP0013: La Grotta delle Mura (Monopoli).

Anche il vicino affioramento di Grottole:

CGP0281: Le Ophiomorpha di Grottole

Si porta così a 22 il numero di beni già catalogati nel solo studio preliminare, a meno di approfondimenti alla scala locale che sono auspicabili e, comunque, richiesti nel quadro conoscitivo dei Piani urbanistici generali dei comuni.

(Fonte Sigea)