Con la ministra Teresa Bellanova in scena all’Ue l’ipocrisia verde
Riforma Pac post 2020: cambiamo l’agricoltura, l’Italia miope su crisi climatica e perdita di biodiversità conferma scarsa ambizione ambientale. Deludenti e preoccupanti per la coalizione #cambiamoagricoltura le proposte e richieste della ministra Teresa Bellanova al consiglio europeo agri-fish di ieri sulla riforma della Pac
Possibilità per gli Stati Membri di porre la gestione del rischio a carico degli eco-schemi di fatto a spese del budget che invece dovrebbe sostenere le sfide climatico-ambientali dell’agricoltura europea, e nessuna percentuale minima di risorse per gli obiettivi ambientali, che dovrebbero però essere più ambiziosi. Sono queste in sintesi le proposte e richieste contraddittorie presentate ieri dalla ministra italiana all’Agricoltura, Teresa Bellanova, nella sua prima apparizione al Consiglio europeo Agri-Fish che discuteva della riforma della Pac.
La proposta di poter inserire negli eco-schemi i pagamenti a sostegno dei fondi di mutualizzazione (una delle modalità previste per la gestione del rischio), da attivare in caso di danni alle produzioni agricole causate da eventi meteorologici, desta sconcerto e preoccupazione rendendo palese la logica perversa che vorrebbe considerare obiettivi ambientali i risarcimenti economici dei danni causati dalla grave crisi climatica, anziché la loro prevenzione. Il Governo italiano chiede di poter investire le risorse pubbliche della Pac essenzialmente per alleviare i costi crescenti delle coperture assicurative, trascurando le vere cause del male.
Chiedere che la gestione del rischio climatico delle aziende agricole venga considerato alla stregua degli obiettivi ambientali della Pac è un’autentica distrazione di risorse, dalla lotta ai cambiamenti climatici alle casse delle assicurazioni. Anche perché il governo, sempre per bocca del Ministro, chiede che gli eco-schemi del primo pilastro siano resi non obbligatori per gli Stati Membri, di fatto svincolando risorse dagli ambiziosi obiettivi climatico-ambientali che la Commissione europea ha invece posto a fondamento della riforma Pac.
Per il Ministro gli obiettivi ambientali più ambiziosi dovrebbero essere perseguiti attraverso una pluralità di azioni da inserire nei Piani strategici nazionali della Pac, considerando anche gli impegni previsti dalla condizionalità. Peccato che in Italia non ci sia ancora traccia del processo di definizione del Piano strategico nazionale, mentre in altri Paesi europei da mesi è partito il confronto con tutti gli attori sociali ed economici interessati, nel nostro Paese si sono svolte solo alcune riunioni tra Ministeri (Mipaaf e Mattm) e le Regioni. L’Italia è inoltre nel Consiglio Ue Agri-Fish tra i Paesi schierati per una sostanziale riduzione degli impegni previsti dalla Commissione Ue per una condizionalità rafforzata. Ieri al Consiglio europeo è andata in scena l’ipocrisia verde dell’agricoltura italiana, preoccupata essenzialmente della tutela dei sussidi pubblici senza una reale volontà di mettere in campo azioni concrete per l’efficacia di questi contributi ai fini della mitigazione e l’adattamento dei cambiamenti climatici e per arrestare la perdita della biodiversità.
Per le Associazioni Aiab, Associazione Biodinamica, FederBio, Isde, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, ProNatura e Wwf, riunite nella Coalizione #CambiamoAgricoltura, la posizione del Governo italiano sulla riforma della Pac è deludente e preoccupante. Negando le responsabilità dell’agricoltura nelle crisi ambientali relative a clima e biodiversità, non si facilita la soluzione di questi problemi complessi. La politica ignora la volontà espressa dai cittadini nella consultazione europea del 2017, al solo fine di tutelare interessi economici consolidati delle lobby agroindustriali.
La Coalizione #CambiamoAgricoltura ha chiesto da settimane un incontro al ministro dell’Agricoltura per l’avvio di un confronto costruttivo sulla riforma della Pac post 2020 e sull’esigenza di promuovere una autentica transizione ecologica dell’agricoltura italiana quale contributo agli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite e al Green New Deal dell’economia annunciato dall’attuale Governo. Attendiamo ancora fiduciosi un positivo riscontro dalla Ministra.
Il presente comunicato è inviato dall’Ufficio stampa Wwf Italia per conto della Coalizione #CambiamoAgricoltura
(Fonte Wwf)