Studiare i terremoti storici per migliorare la prevenzione

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Un'immagine del terremoto di Messina del 1908
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Quarta Giornata di Geologia e Storia su terremoti e maremoti. La giornata, ospitata dalla Società geografica italiana, fa parte di una kermesse di giornate di studio organizzate per fare il punto sull’attuale stato delle conoscenze riguardo l’importanza delle fonti storiche e cartografiche per lo studio dei fenomeni geologici e degli eventi catastrofici naturali

I grandi terremoti del passato, come quello di Messina e della Calabria, gli tsunami antichi, le informazioni tratte dalle fonti storiche dopo eventi catastrofici, sono questi alcuni degli argomenti al centro della Quarta giornata «Geologia e Storia. Terremoti, maremoti, effetti al suolo, cartografia e ricerca storica», giornata promossa dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), la collaborazione della Società italiana di geologia ambientale (Sigea) e con la partecipazione di esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), della Protezione civile e di varie Università italiane.

La giornata, ospitata dalla Società geografica italiana, fa parte di una kermesse di giornate di studio organizzate per fare il punto sull’attuale stato delle conoscenze riguardo l’importanza delle fonti storiche e cartografiche per lo studio dei fenomeni geologici e degli eventi catastrofici naturali.

Il rischio sismico è un tema cruciale per il nostro Paese; si calcola che dalla fine dell’Ottocento ad oggi, ogni 4-5 anni si sia verificato un terremoto disastroso con vittime. Ancora pochi giorni fa, mentre in Italia si alzava l’allarme per il contagio da Coronavirus, la terra ha tremato a Rende (Cosenza) con una scossa di magnitudo pari a 4,4.

Da alcuni anni il mondo scientifico ha iniziato a valorizzare un approccio più multidisciplinare nell’ambito della ricerca, con il fine di fare prevenzione verso i grandi rischi naturali che interessano il nostro territorio. Nel campo della geologia, questo significa mettere insieme lo studio cartografico con quello geologico, l’analisi territoriale di suscettibilità con quella storica e archeologica e molto può essere fatto per implementare lo studio del territorio grazie allo sforzo congiunto di tutta la comunità scientifica.

Abbiamo voluto porre alcune domande a Stefania Nisio, ricercatrice dell’Ispra.

In cosa consiste l’approccio multidisciplinare nell’ambito della ricerca in tema di Terremoti, maremoti, effetti al suolo, cartografia e ricerca storica?

Un approccio multidisciplinare è uno studio fatto da più specialisti, che riescono a vedere uno stesso problema da angolazioni diverse. Accanto a uno studio più prettamente geofisico di evento sismico e geologico, che tiene conto degli effetti al suolo, è importante compiere una ricerca storica attraverso le fonti al fine di reperire dati utili che oggi sarebbe impossibile rintracciare.

Per cui è utile formare una squadra di differenti figure professionali per affrontare al meglio un problema.

Relativamente allo studio geologico, come si riesce a mettere insieme lo studio cartografico con quello geologico, l’analisi territoriale di suscettibilità con quella storica e archeologica?

Le cartografie storiche sono utili per il riconoscimento di forme e processi oggi inesistenti e tali dati sono estremamente utili per la realizzazione di carte tematiche e di suscettibilità geologica.

Cosa Ispra, e il mondo della ricerca in generale, ha fatto sino ad ora e quali gli obiettivi per il futuro e questo avendo come fine quello di fare adeguata prevenzione verso i grandi rischi naturali che interessano il territorio?

La richiesta che riceve costantemente il mondo della ricerca è quella di trovare soluzioni più adeguate per fare previsione e prevenzione per i grandi eventi naturali. I ricercatori Ispra, tra le altre cose, lavorano per la difesa del suolo e per la sicurezza del territorio. Cerchiamo di raccogliere gli elementi utili sul terreno al fine di realizzare cartografia tematica che servirà per fare prevenzione per eventi calamitosi quali frane, alluvioni, terremoti, sinkholes, etc. Si cerca di trovare soluzioni e strumenti sempre migliori per dare risposte più efficaci e corrette.

Una giornata che sarà occasione per confrontarsi con il mondo scientifico e soffermarsi sull’importanza della multidisciplinarità delle ricerche nonché sulla necessità della ricerca storica e cartografica da affiancare a quella geologica e strutturale al fine di ottenere una migliore zonazione sismica.

Elsa Sciancalepore