La Commissione europea sta per pubblicare la proposta per la prima legge sul clima dell’Unione europea ma gli ambientalisti già segnalano rischi dilatori. Ecco le posizioni di Greenpeace e Wwf
Oggi la Commissione europea pubblicherà la proposta per la prima legge sul clima dell’Unione europea. Al suo interno ci sarà l’impegno a raggiungere la carbon neutrality (zero emissioni nette) entro il 2050, come concordato dai leader dell’Ue nel dicembre 2019. Ma questo che dovrebbe essere l’asse portante dell’European Green Deal, non tiene contenti tutti, scontenta molti e, soprattutto si teme in un’ennesima azione dilatoria. Le posizioni degli ambientalisti.
Greenpeace
Commentando la proposta di legge sul clima presentata oggi dalla Commissione Ue, Sebastian Mang, policy advisor di Greenpeace per la politica climatica europea, dichiara:
«Senza piani per un obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 basato sulla scienza, né misure per porre fine ai sussidi ai combustibili fossili, ci stiamo preparando al fallimento. Decenni di esitazioni e misure insufficienti ci hanno portato al punto in cui la sopravvivenza stessa della vita sulla Pianeta è a rischio a causa del collasso climatico. Il momento di agire è adesso, non tra 10 anni».
L’unico impegno vincolante presente nel testo presentato oggi è l’obiettivo a livello europeo per l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra nel 2050, già concordato dai governi nazionali lo scorso dicembre. Mentre il disegno di legge menziona una «traiettoria intermedia» per la riduzione delle emissioni, non propone nuovi obiettivi per il 2030. Al contrario, la proposta Ue ribadisce la decisione della Commissione di rinviare a settembre una valutazione d’impatto sulla revisione dell’obiettivo dell’Ue di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030. Ciò significa che, per i governi europei, sarebbe estremamente difficile concordare un nuovo obiettivo prima dell’appuntamento cruciale della Conferenza Onu sul clima di novembre.
Un gruppo di paesi, tra cui Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia, ha inviato una lettera alla Commissione chiedendo che l’obiettivo dell’Ue di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 venga elaborato «il prima possibile», in modo che l’Unione europea possa dare l’esempio prima della COP26 di Glasgow.
Per chiedere di agire subito contro la crisi climatica, ieri sera Greenpeace ha proiettato il Pianeta in fiamme con il messaggio «EU Act Now – #HouseOnFire» sul palazzo della Commissione europea.
Wwf
Inserire l’obiettivo della neutralità climatica nella legislazione manda un segnale forte, sia agli altri Paesi, che agli investitori. Ma siamo di fronte a un’emergenza climatica, quindi è quello che succede oggi, in ogni settore, che conta. La legge sul clima deve fare in modo che le politiche di tutti i settori siano compatibili con gli obiettivi climatici dell’Ue. Deve garantire una rapida riduzione delle emissioni e che la transizione sia socialmente giusta, affinché l’Ue faccia progressi reali sulla via della neutralità climatica.
Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, sottolinea: «Decidere per legge che al massimo entro la metà del secolo dobbiamo arrivare alla neutralità climatica è importante, perché ci dice quello che dobbiamo fare oggi. Continuare a rinviare l’azione renderebbe la traiettoria della decarbonizzazione davvero molto dolorosa per tutti e per tutte. Agire oggi è essenziale per darci la possibilità di limitare il pericolo rappresentato dal riscaldamento globale. La legge deve porre fine alle dannose contraddizioni della politica dell’Ue, dove gli obiettivi di emissione si affiancano a miliardi spesi in gasdotti e alla continua espansione degli allevamenti animali, per fare due esempi. Questa legge rappresenta l’opportunità che l’Europa ha per dimostrate di essere davvero ambiziosa e all’altezza della sfida di una trasformazione essenziale anche dal punto di vista economico».
Secondo il Wwf, la legge europea sul clima dovrà:
• Fissare l’obiettivo della carbon neutrality. L’Unione Europea dovrà raggiungere le zero emissioni nette di gas serra entro il 2040 per fare la sua parte nell’affrontare l’emergenza climatica.
• Ridurre le emissioni di gas serra al meno del 65% entro il 2030, in linea con quanto indica la scienza, rivedendo questi obiettivi ogni cinque anni, a partire dal 2021. La legge sul clima dovrebbe anche contenere un obiettivo distinto per la rimozione di CO2 dall’atmosfera attraverso il ripristino delle foreste e di altri ecosistemi, usando al meglio la formidabile capacità della natura per accelerare l’azione e non per evitarla.
• Eliminare o modificare qualsiasi politica dell’Ue che non sia coerente con gli obiettivi climatici dell’Ue.
• Vietare tutti i sussidi, le agevolazioni fiscali, la pubblicità e altri benefici per i combustibili fossili come carbone, il petrolio e gas.
• Istituire un organismo scientifico indipendente che esamini i piani dell’UE per affrontare l’emergenza climatica e si assicuri che i conti (delle emissioni) tornino.
Le indiscrezioni sulla proposta di direttiva per il clima suggeriscono che la Commissione proporrà un meccanismo di revisione quinquennale a partire dal 2030. Per il Wwf, questo meccanismo è positivo, ma va messo in atto da subito, avviarlo solo nel 2030 sarebbe troppo tardi. Ora sono necessari tagli alle emissioni e obiettivi più sfidanti e ambiziosi. Sappiamo già che per essere in linea con quello che ci dice la scienza ed evitare che la crisi climatica peggiori, l’obiettivo dell’Ue per il 2030 deve essere una riduzione delle emissioni ambiziosa, del 65%.
R. V. G.