Il lato positivo delle quarantene

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Può aiutarci a riscoprire le relazioni

Un decalogo di economia per ecologia mentale. È ormai evidente che il muro o il filo spinato non impediranno che il virus colpisca senza confini: la «livella» azzera le distanze e le separazioni. Eppure siamo nel pieno di un viaggio dalla relazione oppositiva alla reciprocità edificante

L’epidemia ci provoca, ci sprona a riflettere e ci induce a una riscoperta.

Nel tempo del solipsismo indotto dallo star bene da soli, dall’agire digitale per leggere e giocare, per dileggio e per encomio, eccoci il coronavirus che provoca iniziative globali di contenimento con obbligo alla modifica dei contatti sociali di tutti.

Assistiamo ad un fenomeno interessante: i divieti, le restrizioni, le preclusioni a zona, il contenimento dei gesti (giù le mani, meglio gomiti e piedi) e l’obbligo delle distanze nei dialoghi fanno sentire depauperati, privi di libertà e di relazioni.

Si scopre che manca proprio quanto prima è stato sottovalutato o trascurato o rifiutato. È un’occasione obbligata che ci fa sentire scoperti e però più disponibili a intraprendere il cammino virtuoso, riassaporare la bellezza dell’aver cura, del sostenere e purificare, dell’incrementare e difendere, del perfezionare, incoraggiare, estendere e assecondare: la relazione!

In attesa di disegnare i rapporti sociali da reinterpretare tra le persone possiamo riflettere sulla necessità e sul metodo per raggiungere il senso dell’umano oltre il barbaro influsso del contagio morboso. Si tratta di seguire un decalogo finalizzato alla creazione di un’economia di ecologia mentale feconda nei luoghi della crescita e della formazione soprattutto nella famiglia e nella scuola:

  1. Rispetto dell’essere altrui per come è e sarà
  2. Impiego di canali comunicativi equilibrati e proporzionati
  3. Uso delle parole generatrici di promozione
  4. Impedimento alla supremazia usata per raggiungere il primato del potere
  5. Impegno nella relazione come funzione individuale e sociale
  6. Formazione della persona all’«essere-con»
  7. Scoperta del senso, pienezza della realizzazione del sé
  8. Disposizione al «dono», dinamica esistenziale di comunità
  9. Accoglienza e inclusione per realizzare la pace collaborativa
  10. Relazionarsi secondo reciprocità.

La crisi che ci attanaglia oggi non distingue tra poveri e ricchi, tra destra e sinistra. La salvaguardia della salute, per tutti, impone l’estensione alla globalità includente, sconfiggendo l’esclusione e la speculazione: non speculare sulle mascherine né sui fuggiaschi dalle guerre e dalle povertà.

È ormai evidente che il muro o il filo spinato non impediranno che il virus colpisca senza confini: la «livella» azzera le distanze e le separazioni. Eppure siamo nel pieno di un viaggio dalla relazione oppositiva alla reciprocità edificante.

L’iniziativa pedagogica deve chiedersi: ti manca il cinema? Rimpiangi il teatro, la chiesa, la scuola? Ti mancano il market, la palestra, lo stadio? Rimpiangi i contatti, gli occhi negli occhi, l’amico a sostegno?

Risponde Aristotele che invita a considerare che l’amicizia non è la somma di più persone come i tanti che formano l’esercito senza che siano amici. Il filosofo sollecita a fondare la «comunanza di idee e di discorsi» per essere capaci di accogliere e promuovere l’essere dell’altro come è. La parola, piccola cosa ma grande signora, dice Gorgia, capace di estinguere il dolore e di donare requie allo spirito provato.

Nutrire di senso questo tempo di «quarantene» contribuisce a realizzare l’affettività compiuta contro la solitudine che alimenta l’humus delle disarmonie.

 

Francesco Sofia

Alla ripresa delle attività scolastiche, per un contributo al dialogo interattivo con la tecnica del Circle vedi il saggio: Francesco Sofia, Didattica: Sinergia e Salute. La risultante creativa, (Ed. La Rondine), Catanzaro 2016.