La pandemia che viviamo in questi mesi ci insegna qualcosa sulla minaccia epocale dei nostri tempi, i cambiamenti climatici? Sarà sicuramente una delle domande centrali dell’appuntamento dei Colloqui di Dobbiaco 2020, laboratorio d’idee per una svolta ecologica, che torna nel centro altoatesino dal 25 al 27 settembre. La crisi Covid-19 ci fornirà degli elementi utili per affrontare quella del clima che rimarrà anche post emergenza coronavirus? La risposta dipenderà anche da come leggiamo quello che succede e da cosa faremo per impedire un falso ritorno alla normalità.
Ideato e coordinato anche quest’anno da Wolfgang Sachs e Karl-Ludwig Schibel, il programma dei Colloqui di Dobbiaco vedrà tra gli altri contributi di Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile e dell’economista britannico Graeme Maxton, entrambi in questi giorni impegnati con autorevoli contributi nello sforzo di definire il significato del disastro in corso e i suoi potenziali effetti per il futuro.
Avverte Maxton che «il problema che si manifesterà nei prossimi mesi sarà che le forze che spingono per mantenere la dinamica economica convenzionale diventeranno più forti per paura di un collasso economico». Giovannini condivide questa preoccupazione, e chiede di cogliere «l’occasione per cambiare paradigma e riorientare il sistema economico nella direzione di una maggiore sostenibilità ambientale e una maggiore equità sociale» e non creare «posti di lavoro purché siano».
Ripartire con una crescita a tutti i costi potrà essere l’unica risposta alla recessione economica che stiamo vivendo? Si può immaginare di uscire dalla pandemia avanzando nella direzione della conversione ecologica? Senza la presunzione di dare risposte, i Colloqui di Dobbiaco si inseriscono così in un processo di confronto e apprendimento, perché nel superare la crisi attuale è più che mai necessario non sottovalutare quella che rimarrà anche in futuro: il clima che cambia.