Spiagge, garantire il mare a tutti e in sicurezza

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Mare Spiaggia Torre Vado Lecce foto L Perrini
Uno scorcio della spiaggia di Torre Vado a Lecce - Foto di L. Perrini
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La riorganizzazione degli spazi comuni a cominciare dalle spiagge sarà un vero problema soprattutto per garantire la sicurezza fra privati e pubblico. L’esercizio di nuovi stili di vita inizia da subito

In Italia il 4 aprile e per le successive 2 settimane, dopo due mesi di lockdown, comincia una timida Fase 2 della gestione dell’emergenza sanitaria, economica, sociale e psicologica generata dalla pandemia che ha interessato il nostro Paese a partire dai primi mesi del 2020. La Fase 2 che segue la Fase 1, iniziata di fatto quando l’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da Covid-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, precede la Fase 3 durante la quale si dovrà cercare di riavviare la vita lavorativa e sociale degli italiani cercando, in attesa del vaccino, di evitare ogni comportamento che possa facilitare la diffusione del Covid-19 e di conseguenza vanificare gli sforzi politici, sociali e economici sopportati fino a ora.

Purtroppo in questi mesi sono stati vani gli appelli a una visione nobile e pratica della politica e si è perso tempo utile a pensare come riorganizzare alcuni servizi e funzioni essenziali che per la loro attuale organizzazione non posso garantire quel distanziamento sociale minimo e necessario per evitare la ripresa dell’epidemia in assenza di vaccino.

La situazione che stiamo vivendo, l’incapacità passata a progettare un’organizzazione sociale basata su consumi di beni e servizi la cui produzione prima di badare al profitto avrebbe dovuto tenere in conto gli effetti sull’ambiente, ci dovrebbe spingere verso un cambiamento radicale del nostro stile di vita, di vivere l’ambiente, di consumare e produrre beni e servizi.

Invece, sembra che oggi si stia delineando un cambiamento dello stile di vita e della fornitura dei bene e servi che si basi solo sulla disponibilità economica; il cambiamento atteso, se non è in grado di eliminare le anomalie generate da una società consumistica, almeno non generi nuove disparità per la fruizione di ambienti necessari per il benessere psicofisico degli italiani.

In questi giorni si vedono stravaganti proposte per riaprire con il necessario distanziamento sociale, cioè in sicurezza, i lidi e le spiagge durante la stagione estiva ormai alle porte. Così si vedono pannellature di plastica trasparente o improponibili divisori di siepi che necessitano di ampi spazi, prevedono il consumo di materiale poco sostenibile e necessitano di una manutenzione da non trascurare. Il mare, la spiaggia, il sole il vento sono beni di tutti; trascorrere qualche ora al mare è utile al benessere psicofisico di tutti. Le vacanze o le ferie servono per rigenerare il corpo e la mente e dare la carica per ricominciare con il nuovo ciclo di studio o lavoro.

Se le stravaganti proposte potrebbero andar bene in alcune spiagge gestite da concessionari con a disposizione ampi spazi, come si pensa di affrontare la situazione che si creerebbe nei lidi con spazi limitati e nelle spiagge libere dove nel mese di agosto i colori degli asciugamani creano un drappo che protegge la sabbia dai raggi del sole senza soluzione di continuità?

Poiché non tutte le spiagge sono uguali, sia quelle pubbliche sia quelle gestite da concessionari, allora si deve fare in modo di garantire al massimo la fruizione di quel benessere che il mare riesce a donarci.

Al distanziamento fisico in termini di spazio si deve associare quello temporale, così nelle spiagge dove il distanziamento fisico potrebbe far ridurre del 50% la disponibilità degli spazi si dovrebbe prevedere una riduzione del tempo di permanenza, magari prevedendo due turni per godersi il mare. Mentre per le spiagge private questo è facile, per le spiagge libere potrebbe essere più difficile attuarlo e forse si deve prevedere una regolamentazione nella fruizione che potrebbe essere affidata a cooperative di ragazze e ragazzi con le stesse modalità dei lidi ma con il solo servizio nella gestione degli spazi definiti e dei tempi di sosta.

Pensiamo nell’interesse di tutti, anche dei più deboli, e in base alle diverse caratteristiche della costa evitiamo che in pochi la prossima estate si godano il sole, il mare e il vento magari ammirando in solitudine la costa dal largo.

 

Antonello Fiore