La Giunta regionale dovrebbe mettere mano alla legge istitutiva del Parco impugnata dal Governo innanzi alla Corte Costituzionale; e la gentilezza è quello che dovrebbe manifestare la Sezione Autorizzazioni Ambientali della Regione Puglia nel momento in cui, il 1° marzo scorso, nonostante una disposizione di servizio del Dipartimento cui afferisce, non ha consentito ai comitati per la tutela di Costa Ripagnola di assistere alla conferenza dei servizi convocata per quel giorno per analizzare lo stato dell’arte del progetto Serim
«Gentilezza, ascolto e coraggio nel discorso pubblico» è il titolo di un incontro, disponibile dal 26 febbraio scorso sul sito web della Corte Costituzionale, tra Gianrico Carofiglio (barese, ex magistrato penale ed ora affermato scrittore) e Silvana Sciarra, tranese e giudice costituzionale. La gentilezza, appunto, che comunque dovrebbe pervadere anche la pubblica amministrazione nei suoi rapporti con i cittadini, non foss’altro perché sono questi che la finanziano. Quella che è mancata alla Sezione Autorizzazioni Ambientali della Regione Puglia nel momento in cui, il 1° marzo scorso, nonostante una disposizione di servizio del Dipartimento cui afferisce, non ha consentito ai comitati per la tutela di Costa Ripagnola di assistere alla conferenza dei servizi convocata per quel giorno per analizzare lo stato dell’arte del progetto Serim. Lo ha fatto maleducatamente, non fornendo le credenziali di accesso alla conferenza.
Un’estromissione dal procedimento non formale ma di fatto. L’ascolto nel discorso pubblico, appunto, che non vi è stato, di quel che cittadini riunitisi in comitati avevano da dire nel merito e sulla forma della questione di cui si discuteva. Un ascolto che, invece e legittimamente, è stato accordato alla diretta interessata alla vicenda, la società Serim, che a Ripagnola vorrebbe realizzare l’ormai famoso/famigerato resort nei pagghjari fronte mare. E la società si è lamentata dell’annullamento in autotutela adottato dal Comune di Polignano del proprio parere di conformità urbanistica rilasciato il 26 febbraio 2019. Ha presentato ricorso al Tar Puglia, la Serim, chiedendo l’annullamento dell’annullamento perché, sostiene, trasformazioni e modificazioni del territorio, sì, sono avvenute ed in difformità a quanto già autorizzato all’inizio degli anni 2000, ma si tratta di circa 10 centimetri di ghiaia e terreno su alcuni muretti a secco e su due pilastri in pietra.
Eppoi, continua, ai provvedimenti di sospensione dei lavori allora emessi dal Comune di Polignano a Mare non sono seguite le ordinanze di riduzione in pristino e dopo 45 giorni dalla sospensione, per legge, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Ed ancora, aggiunge, si è trattato di lavori agricoli e come tali esclusi dall’autorizzazione paesaggistica. Però, prosegue Serim, sono lavori effettuati prima di acquistare i suoli ma per i quali la stessa società fornisce dovizia di particolari impegnandosi (oggi) a ripristinare lo stato dei luoghi. Una sorta di excusatio non petita.
Insomma, basta ciurlare nel manico, afferma Serim: le autorizzazioni ed i pareri rilasciati per il resort sono validi e pienamente efficaci. Ma la lama tombata? La Serim non ne fa cenno espressamente mentre l’Autorità di Bacino ha già detto che se tombamento c’è stato non la riguarda perché avvenuto prima del 2005 (!).
Sempre nella conferenza dei servizi del 1° marzo scorso, la Sezione Urbanistica della Regione Puglia ha confermato che per il progetto «è tutt’a posto». Valutazione cui si è accodata la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio.
A quest’ultima, ricordiamo, in realtà interessava soprattutto la realizzazione di un parcheggio da oltre 200 posti auto per «salvaguardare» le testimonianze archeologiche lì presenti; parcheggio che però è stato eliminato in sede di parere Via e con esso è caduta anche la dichiarazione di pubblico interesse del progetto, dichiarato dal Consiglio comunale di Polignano.
Ma come fa la Soprintendenza a dire che tutto va bene per la tutela del paesaggio nel progetto Serim se, nella stessa sede, la Sezione Paesaggio della Regione Puglia ha annunciato l’annullamento in autotutela del proprio parere favorevole rilasciato illo tempore? Tutto sta nella falsa rappresentazione dei luoghi fornita dalla società in sede di presentazione del progetto. Sembra che tra le amministrazioni coinvolte nella tutela del paesaggio c’è chi se ne sia resa conto (la Regione) e chi no (la Soprintendenza) e ciò basterebbe per chiedere al ministro della Cultura, Franceschini, un intervento diretto e risolutivo.
Il Comune di Polignano, invece, ha tenuto il punto in conferenza dei servizi, difendendo il provvedimento di annullamento assunto a gennaio scorso e motivandolo proprio con «la circostanza che lo stato delle preesistenze dichiarate legittime dal proponente non risulta a seguito di supplemento istruttorio conforme a quanto presente agli atti del Comune di Polignano a Mare». Infine, il coraggio, appunto, di cui abbiamo già scritto per Ripagnola.
Quello che dovrebbe mostrare la Giunta regionale mettendo mano alla legge istitutiva del Parco impugnata dal Governo innanzi alla Corte Costituzionale; quello che dovrebbe manifestare chi ha rilasciato il provvedimento autorizzativo unico regionale, annullandolo; quello che si richiede alla pubblica amministrazione per la difesa del principio costituzionale di protezione dell’ecosistema e del paesaggio ma che, soprattutto nella Soprintendenza competente per la Città Metropolitana di Bari, non sembra prevalere.
Fabio Modesti