Il Rapporto Ispra
Circa il 5,4% del territorio nazionale ricade in aree potenzialmente allagabili, secondo uno scenario di probabilità/pericolosità elevata e questa percentuale sale al 14% in caso di scenario di probabilità/pericolosità bassa. Nelle aree a pericolosità elevata risiede il 4,1% della popolazione nazionale e ricade il 7,8% dei beni culturali, valori che raggiungono rispettivamente il 20,6% e il 24,3% nelle aree potenzialmente allagabili con bassa probabilità. Il 7,4% dei comuni italiani ha almeno il 20% della superficie in area allagabile in caso di scenario di probabilità elevata
È stato presentato oggi, durante un workshop che ha visto anche discutere di alcune attività svolte dal ministero della Transizione economica (Mite), dal Dipartimento della Protezione civile (Dpc) e dalle Autorità di bacino Distrettuali nel cammino verso la definizione del nuovo Piano di gestione del Rischio di alluvioni 2021, il Rapporto sulle condizioni di pericolosità da alluvione in Italia e indicatori di rischio associati realizzato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) con i dati sulle aree allagabili aggiornati al 2020.
Un Rapporto che è dedicato a fornire un quadro conoscitivo sulle condizioni di pericolosità e di rischio di alluvioni in Italia e che si innesta nel più ampio tema del dissesto idrogeologico, rispetto al quale le alluvioni costituiscono senza dubbio la componente più significativa in termini di estensione dei fenomeni di inondazione e di impatti che gli eventi alluvionali sono in grado di generare sul territorio.
Alcuni dati del Rapporto
Circa il 5,4% del territorio nazionale ricade in aree potenzialmente allagabili, secondo uno scenario di probabilità/pericolosità elevata e questa percentuale sale al 14% in caso di scenario di probabilità/pericolosità bassa. Nelle aree a pericolosità elevata risiede il 4,1% della popolazione nazionale e ricade il 7,8% dei beni culturali, valori che raggiungono rispettivamente il 20,6% e il 24,3% nelle aree potenzialmente allagabili con bassa probabilità. Il 7,4% dei comuni italiani ha almeno il 20% della superficie in area allagabile in caso di scenario di probabilità elevata.
Dalle analisi presenti nel Rapporto, emerge che le Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Calabria sono quelle in cui le percentuali di territorio potenzialmente allagabile risultano superiori rispetto a quelle calcolate alla scala nazionale. In particolare, per lo scenario di pericolosità elevata, sono la Calabria con il 17,1% del territorio regionale e l’Emilia Romagna con l’11,6%, le Regioni con le maggiori percentuali di territorio potenzialmente allagabile. In queste Regioni, la Provincia di Crotone è quella con maggiori percentuali di aree allagabili e popolazione esposta, mentre Ferrara è la Provincia in cui la popolazione esposta a rischio di alluvione, in caso di scenario di pericolosità media e bassa, è il 100% di quella residente. Percentuali simili (99,1%) si riscontrano nella Provincia di Rovigo in Veneto nel caso di scenario di bassa probabilità di alluvione.
In Veneto (21,2%) e Liguria (18,6%) si registrano le maggiori percentuali di beni culturali esposti a rischio di alluvioni per lo scenario di pericolosità elevata, rispetto al totale di beni culturali presenti nei relativi territori regionali. La Provincia di Venezia è in Veneto quella con il maggior numero in percentuale di beni culturali esposti a rischio di alluvione per tutti gli scenari di probabilità, con un minimo di oltre il 60% per lo scenario di probabilità elevata a un massimo di circa l’80% per quello di probabilità bassa. In Liguria è la Provincia di Savona quella con maggiore percentuale di beni culturali esposti per tutti e tre gli scenari di pericolosità.
Nel più vasto ambito del dissesto idrogeologico, la gestione e la mitigazione del rischio di alluvioni sono senza dubbio le componenti più rilevanti considerata l’estensione dei territori soggetti a pericolosità da inondazione e per gli impatti che gli eventi alluvionali sono in grado di causare a beni e persone segnando, anche drammaticamente, il nostro Paese.
La struttura del Rapporto è concepita come un percorso che si snoda attraverso i diversi aspetti dell’implementazione della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE: partendo dal contesto normativo di riferimento e dagli adempimenti derivanti, descrivendo le attività che nel corso di due cicli di gestione le Autorità Competenti hanno svolto e svolgono e infine illustrando i risultati che hanno permesso all’Ispra di comporre un quadro unitario e aggiornato al 2020 delle condizioni di pericolosità e di rischio di alluvione in Italia. Oltre che alla scala nazionale il quadro conoscitivo è dettagliato rispetto ai diversi livelli amministrativi, quali quelli regionale, provinciale e comunale e rispetto ai Distretti idrografici e alle Unità di gestione, che sono gli ambiti territoriali di riferimento della pianificazione di bacino ai sensi della Direttiva Alluvioni e della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE.
Elsa Sciancalepore