Una nuova Ecologia della Conservazione

2211
ecologia
Tempo di lettura: 3 minuti

Difronte ad uno sviluppo sempre più (in)sostenibile l’uomo non vede i pericoli di una popolazione mondiale crescente e ci incamminiamo verso un Pianeta tutto desertificato

Al giorno d’oggi appare evidente che sulla Terra il rapporto tra Uomo e Ambiente risulta ormai squilibrato per colpa dell’Uomo, che con i suoi eccessi non solo danneggia la Natura, ma porta alla rovina una società umana sempre più incosciente e meno responsabile. Eppure i primi allarmi erano stati già lanciati nel secolo scorso da scienziati e studiosi avvertiti, come Albert Einstein, Jean Dorst, Konrad Lorentz e Rachel Carson: ai quali, purtroppo, non era stato prestato ascolto.

Vediamo ad esempio cosa affermavano i fratelli Eugene P. & Howard T. Odum, padri della moderna Ecologia, nel lavoro «Aree naturali, componenti indispensabili dell’Ambiente totale dell’Uomo» (1972). «…Perfino i modelli più semplici dimostrano chiaramente che sistemi ad alta energia, quali le Città, richiedono un forte aiuto da parte della Natura per il mantenimento della Vita. Se grandi estensioni di Ambienti naturali non vengono preservate, in modo da poter fornire il necessario apporto naturale, allora la qualità della Vita decade. Spesso non è l’Energia a diventare limitante, ma alcune risorse naturali fondamentali, come in molte zone adesso sembra sia l’Acqua…».

Era una fondata previsione della progressiva desertificazione del Pianeta, che va oggi estesa dall’Acqua alle altre essenziali risorse: Energia, Aria, Clima, Flora, Fauna, Ecosistemi, Biodiversità … Tutto ciò da cui l’Uomo trae Materie prime, Alimenti, Medicinali, e molto altro.

Semplificando l’analisi, potremmo dire che l’attuale Crisi Ecologica nasce dal fatto che si è ormai oltrepassata la Linea Rossa di consumo delle risorse, perché oltre la metà della Terra si presenta già fortemente antropizzata: in altre parole «mineralizzata», e quindi più o meno «sterilizzata». Per cui appare sempre più urgente tutelare gli Ecosistemi dell’altra metà del Pianeta, dove domina la Natura, se si vuole davvero garantire la disponibilità di tutte le risorse fondamentali per la Vita.

Considerando il futuro delle Metropoli (che sono «Antropo-sistemi» ad alta energia e con altissimi consumi), è evidente che vanno protetti i veri «Ecosistemi», fornitori delle «Risorse naturali esterne», essenziali per la sopravvivenza: Acqua, Aria, Clima, Flora, Fauna e Biodiversità. E cioè Ecosistemi naturali sani e integri, in equilibrio dinamico, gli unici in grado di perpetuarsi. Andrebbero inoltre curate e ricostituite le «Risorse naturali interne» alle Città, salvaguardando e rigenerando la Natura nei Centri abitati, con Viali e Aiuole, Parchi e Giardini, Terrazze e Balconi fioriti, Orti urbani e Verde ripario, per offrire benefici non solo estetici, ma anche alla qualità di vita e alla salute.

Paradossalmente, la cosiddetta Transizione Ecologica, oggi tanto di moda, non fa invece che accelerare sempre più il processo di sterilizzazione, dato che continua, e addirittura si intensifica, ogni forma di sfruttamento, prelievo, inquinamento e devastazione della Natura. Mentre l’obiettivo principale dovrebbe essere piuttosto salvare tutto ciò che resta del Patrimonio naturale, il solo capace di sostenere la «Catena Alimentare» e la «Rete della Vita» del Pianeta.

Dell’incombente Crisi Ecologica Globale pochi parlano, e quasi nessuno sembra consapevole. Qualche esempio? Dagli attuali 7,6 miliardi, la popolazione arriverà nel 2050 a 10 miliardi di individui: saranno tutti sempre più protesi in adorazione dello stile di vita consumistico? E già in quell’anno, la metà della popolazione mondiale vivrà concentrata nelle Metropoli, ormai trasformate in Megalopoli. La carenza di risorse alimenterà conflitti e guerre, e il dominio della miope «Politica iper-liberista econometrica» getterà nell’indigenza la maggior parte della popolazione, concentrando enormi ricchezze nelle mani di pochi, e delegando ogni capacità decisionale a regimi dispotici, ammantati di falsa democrazia: una degenerazione, che già ora si sta manifestando davanti ai nostri occhi.

La società umana, abbagliata dal mito della crescita e dello sviluppo, lanciata nella corsa sfrenata verso danaro, potere, profitto, piacere e narcisismo, priva di consapevolezza e responsabilità, sta dunque sostituendo lo spirito con la materia, l’etica con l’avidità, l’educazione con la volgarità, la cultura con l’ignoranza, l’impegno con la sfrenatezza…

Siamo davvero convinti che sia questa la strada maestra da seguire?

 

Franco Tassi