Il clima che fa…

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    sole clima caldo
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    Al via la V edizione della notte delle scienze il 20 dicembre presso il polo liceale «Galilei-Curie» di Monopoli (Bari)

    I Rapporti dell’Ipcc, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, sostengono che i rapidi cambiamenti climatici aggraveranno i naturali equilibri del nostro pianeta, poiché eventi estremi come siccità e alluvioni intensificheranno i processi di erosione e di degrado dei suoli, mettendo a rischio il comparto dell’agricoltura e, di conseguenza, quello della sicurezza alimentare. In Italia, il tasso di crescita delle temperature medie annue è risultato essere anche superiore rispetto a quello medio globale, con aumenti più rilevanti negli ultimi decenni. Le conseguenze più evidenti dei cambiamenti climatici sono, ad esempio, la riduzione dei ghiacciai montani e, in generale, dell’innevamento; l’aumento di eventi meteorici estremi; le eccezionali ondate di calore e di freddo; il graduale innalzamento del livello del mare e la conseguente ingressione dell’acqua marina verso il continente; il consumo e il degrado del suolo. In Puglia, ad esempio, le ripercussioni di tali cambiamenti potrebbero interessare molti centri abitati costieri, situati a pochi metri di altezza sul livello del mare, portando porzioni del loro territorio ad essere sommerse dal mare, mentre l’erosione costiera diverrebbe più accentuata.

    Il tema del cambiamento climatico sarà al centro della quinta edizione della «Notte delle Scienze» del Polo liceale di Monopoli «G. Galilei – M. Curie», domani a partire dalle ore 16:30. «Che clima che fa…» il titolo della manifestazione che si aprirà con i laboratori, a cura degli studenti, nelle aule dell’Istituto e si concluderà con due conferenze in Auditorium.

    Gli studenti si cimenteranno nella creazione di aule tematiche, attinenti ai cambiamenti climatici, in modo creativo, coinvolgente e divertente. Spazieranno da attività informative ad attività ludiche (video, pannelli, giochi, musica ed esperienze laboratoriali di fisica, chimica e biologia). La loro creatività, la loro preparazione e lo spirito di gruppo saranno gli ingredienti perfetti per la realizzazione dei loro lavori laboratoriali. Il pubblico potrà, dunque, visitare le diverse aule tematiche ed assistere alla realizzazione di attività laboratoriali ed esperimenti estemporanei.

    Le conferenze approfondiranno con acribia scientifica il tema del cambiamento climatico: nella prima conferenza, alle 18:30, sarà Paola Mercogliano, Responsabile della Divisione di Ricerca «Modelli Regionali ed Impatti geo-idrologici» (REMHI) della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), ad illustrare «Il cambiamento climatico e gli impatti in Italia». La ricercatrice, presentata dagli studenti, si soffermerà sulla regione mediterranea che si sta riscaldando il 20% più velocemente della media globale. Nei prossimi anni gli impatti eserciteranno ulteriore pressione sugli ecosistemi già in difficoltà e sulle economie e società vulnerabili, anche per effetto dell’incremento in intensità e frequenza di eventi estremi associati all’incremento di temperatura. Inoltre le aree costiere affrontano maggiori rischi di disastri, tra cui inondazioni ed erosione, e la salinizzazione dei delta dei fiumi e delle falde idriche che supportano la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza. Considerando la popolazione dell’area mediterranea, si prevede che entro il 2050 la domanda di acqua raddoppierà o addirittura triplicherà, questo a fronte di una riduzione delle precipitazioni. L’entità di tutti questi impatti dipende fortemente da quanto riusciranno ad essere efficaci le azioni di mitigazione e adattamento che tutte le comunità riusciranno ad attivare.

    Passo fondamentale per azioni efficaci è la conoscenza e la consapevolezza del problema. «Conoscere le caratteristiche che il cambiamento climatico ha già ed avrà sul nostro territorio è il primo passo per poter comprendere le priorità dell’adattamento e promuovere localmente azioni efficaci nella lotta al cambiamento climatico», ha dichiarato Mercogliano.

    A toccare le principali sfide nel contrastare il cambiamento climatico nella nostra regione sarà, poi, Serena Scorrano, Funzionario del Dipartimento ambiente, paesaggio e qualità urbana della Regione Puglia, con l’intervento «La strategia climatica della Regione Puglia e il patto per il clima con i sindaci». «Regimentare le conseguenze che la grave crisi climatica sta apportando sul territorio e nella vita dei cittadini pugliesi è un obiettivo fondamentale per l’amministrazione regionale − ha dichiarato Scorrano −. Nella consapevolezza che l’azione di governo deve essere strettamente connessa alle pianificazioni locali, la Regione Puglia ha voluto cogliere l’opportunità che la Commissione europea ha messo a disposizione: Il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia. La formula del Patto ci permette oggi di sostenere un impegno che dobbiamo assolutamente mantenere per garantire con forza la tutela dell’ambiente e rafforzare gli strumenti di resilienza e adattamento ai cambiamenti climatici».

    La Regione Puglia sta lavorando alla definizione di una Strategia regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, percorso avviato nel 2020 con la Delibera della Giunta regionale n. 1575, che rappresenta l’importante quadro strategico entro cui collocare le azioni per l’energia e il clima di cui si doterà la Regione insieme ai Comuni pugliesi. Lo scopo è quello di elaborare una strategia regionale in linea con la strategia nazionale promossa dal Ministero all’Ambiente, al fine di rendere la Puglia una regione climaticamente neutrale entro il 2050.

     

    R. V. G.