È la fonte di inquinamento che ha superato quella industriale. Una forte collaborazione con l’Italia
Nell’ambito della sessione «Legislazione e controllo» si è parlato della qualità dell’aria in Albania. Dunque, la grande novità (durante il secondo dei tre giorni del III Convegno Pm2008 in corso a Bari) è la presentazione di una ricerca non italiana, molto interessante, sulla qualità dell’aria in Albania, condotta dalla dott.ssa N. Panariti.
La ricerca sulla qualità dell’aria in Albania e, in particolare, a Tirana (capitale) e Basan (ex città industriale), ha voluto indagare le cause più importanti dell’inquinamento: si è riscontrato che il maggior peso è dato dal trasporto su gomma, in netto contrasto con il passato, che vedeva la qualità dell’aria inficiata in maggior misura dagli scarichi industriali.
Un altro fattore fortemente inquinante è l’età dei veicoli in circolazione, che è molto elevata (circa il 90% è sopra i 10 anni, di cui circa il 40% è sopra i ventuno anni), questo fattore è molto importante se paragonato alla media europea di autovetture «vecchie» che è del 7,8% del totale parco macchine circolanti.
Altra curiosa causa di inquinamento sono i frequenti black out in tutta l’Albania, che hanno come conseguenza l’uso di generatori individuali molti inquinanti. Ma, di cause importanti ce ne sono almeno altre tre, cioè il boom edilizio in forte crescita da circa 20 anni a questa parte; gli inceneritori (che bruciando immondizia rilasciano nell’aria elementi fortemente inquinanti) e, in ultimo, l’apporto dei fumi e degli scarichi industriali.
Per quanto riguarda il PM10, è stato riscontrato che, in special modo a Tirana, supera la soglia massima fissata. Ma (e il dato è confortante) la tendenza è decrescente negli ultimi anni.
Si è, inoltre, riscontrato che il livello di PM10 a Tirana non è ugualmente elevato in tutte le zone sottoposte ai rilevamenti. Difatti le zone di maggior transito veicolare sono quelle che presentano una maggiore presenza di PM10 nell’aria.
A conclusione dello studio la dott.ssa Penariti ha comunicato i quattro obiettivi che il governo albanese si è proposto di raggiungere nel periodo 2005-2009:
1)una normativa maggiormente armoniosa per disciplinare le attività industriali e produttive;
2)ridurre della metà l’inquinamento delle zone urbane maggiori;
3)adottare un piano urbano efficace;
4)dotare le città di un maggior numero di zone verdi.
A margine dello studio è stato comunicato che è stato siglato un gemellaggio tra l’Italia e l’Albania, che servirà a meglio organizzare le risorse e il futuro degli studi scientifici al fine di continuare a perseguire le ricerche sulla qualità dell’aria nel paese delle aquile.
Purtroppo, non sono, ancora, disponibili dati riguardanti gli effetti sulla salute, perché i costi per le rilevazioni sono ancora molto elevati e perché gli studiosi non dispongono di archivi con i dati degli anni precedenti, utili per lo studio.
Un altro importante studio è quello presentato, ieri, dal prof. Damiano Centioli dell’Ispra, che ha illustrato i risultati del primo confronto in campo fra otto Agenzie per la protezione ambientale italiane.
La sfida dei ricercatori era quella di raccogliere dati sui livelli di PM10 e PM2,5, nelle zone di intervento delle otto agenzie (dislocate al nord Italia), con diverse apparecchiature e provare, successivamente, a compararli.
Difatti, è stato possibile mettere a confronto i dati raccolti con le diverse apparecchiature. Il prof. Centioli ha rimarcato l’importanza di un corretto monitoraggio delle strumentazioni, effettuato con idonee procedure.
È stato riscontrato, infine, che i livelli di PM10 e di PM2,5 hanno andamenti similari.
Questo studio rientra nella campagna di interconfronto ispirata dalla Direttiva 2008/50 CE.
(Vito Stano)
(08 Ottobre 2008)