Foreste, la Polonia vuol fare da sé

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Parco Bialowieza foresta Adam Łavnik Wwf Polonia
Uno scorcio della foresta di Białowieża, Adam Łavnik Wwf Polonia
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La Corte di Giustizia europea reagisce in merito alle disposizioni in materia forestale adottate dalla Polonia per le quali la Commissione Ue aveva avviato una procedura di infrazione

Non basta adottare buone pratiche per ottemperare agli obblighi di protezione degli habitat forestali derivanti dalla direttiva dell’Unione europea «Habitat» (direttiva 43/93/CEE) e per osservare gli obblighi di tutela delle specie di uccelli selvatici ad essi collegati derivanti dalla direttiva «Uccelli» (direttiva 79/409/CEE). Allo stesso tempo, nessuno Stato membro dell’Ue può omettere di adottare «tutte le disposizioni legislative necessarie a garantire alle organizzazioni di tutela dell’ambiente la possibilità di investire un organo giurisdizionale di una domanda diretta a verificare, in modo effettivo, la legittimità, nel merito e sotto il profilo procedurale, dei piani di gestione forestale».

È ciò che ha stabilito la Corte di Giustizia Ue in una recente sentenza in merito alle disposizioni in materia forestale adottate dalla Polonia per le quali la Commissione Ue aveva avviato una procedura di infrazione.

Sostanzialmente la Polonia aveva omesso di adottare specifiche misure di conservazione per gli habitat forestali tutelati dalla direttiva «Habitat» asserendo che le buone pratiche forestali adottate consentivano già un livello di tutela adeguato. La legge polacca aveva poi precluso alle organizzazioni per la tutela dell’ambiente di impugnare in sede giurisdizionale i piani di gestione forestale che possono avere un’incidenza significativa su un sito Natura 2000 e, di conseguenza, escluso dalla tutela giurisdizionale effettiva i diritti di quelle organizzazioni, violando anche la Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale.

La Polonia ci ricasca dopo Białowieża

La Polonia, quindi, non trova pace con gli organi dell’Ue per i continui discostamenti dalle regole unionali della propria legislazione, in questo caso forestale. Era già accaduto che la scure della Corte di Giustizia si abbattesse sulle scelte a dir poco avventate del governo polacco con il caso degli interventi fitopatologici nella foresta primigenia (tra gli ultimi residui nel continente europeo) di Białowieża, conclusosi con la sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia UE nel 2018.

Norme confuse e vaghe

In merito alla violazione delle disposizioni della direttiva «Uccelli» contestata dalla Commissione Ue alla Polonia, la Corte di Giustizia rileva che «i criteri in base ai quali gli Stati membri possono derogare ai divieti previsti da tale direttiva devono essere contenuti in disposizioni nazionali sufficientemente chiare e precise, dato che l’esattezza della trasposizione assume un’importanza particolare in una materia in cui la gestione del patrimonio comune è affidata, per territorio rispettivo, a ciascuno degli Stati membri».

 

Fabio Modesti