Cop28, quale allegria?

5978
cop28
Tempo di lettura: < 1 minuto

֎A Dubai siamo passati dall’«eliminazione graduale» ad «una transizione dai combustibili fossili» entro il 2050. Ma se era urgente, dato che non si capisce a che distanza siamo dal punto di non ritorno del clima terrestre, come arriverà il Pianeta nel 2050?֎

Lo scenario è sempre lo stesso, da anni. Alla fine di una Cop si applaude e si osanna alla svolta e alla decisione storica. L’intento è sempre il medesimo: gli affari sono affari e non vanno intralciati, anzi, bisogna allargarli. E poi vanno divisi gli oppositori e anestetizzata la popolazione.

Ricominciamo da capo. Da dove siamo partiti? Dall’allarme che la terra brucia, dall’urgenza di eliminare i combustibili fossili passando dalla transizione.

Invece a Dubai siamo passati dall’«eliminazione graduale» ad «una transizione dai combustibili fossili» entro il 2050.

Ma se era urgente, dato che non si capisce a che distanza siamo dal punto di non ritorno del clima terrestre, come arriverà il Pianeta nel 2050?

Ma forse tutto può essere più chiaro se si vede che per la prima volta entra nel testo (promosso da 20 paesi l’accordo di triplicarlo entro il 2030) la parola nucleare. Nonostante i costi che superano le altre fonti energetiche e l’irrilevanza mondiale nel combattere la CO2.

Tutta la giostra puntava a questo? Si vedrà.

Intanto si continua a giocare con le parole lasciando molti aspetti con poca chiarezza a cominciare dalla tempistica.

E come dice Greenpeace: «L’era dei combustibili fossili è al capolinea ma questo non è l’accordo storico di cui il mondo aveva bisogno, troppe distrazioni pericolose e mezzi insufficienti».

 

I. L.