I prelievi di acqua dolce modificano il livello del mare

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Gli imponenti prelievi dal sottosuolo in tutto il mondo hanno raggiunto una velocità media di estrazione superiore alle capacità naturali di compensazione degli acquiferi

L’insostenibile pressione a cui sono sottoposte le riserve d’acqua dolce in tutto il mondo viene ora valutata da una ricerca giapponese i cui risultati sono stati pubblicati on-line su «Nature Geoscience» del 20 maggio scorso.

Secondo questo studio, condotto con modelli di simulazione numerica del ciclo globale dell’acqua, la massiccia estrazione di acqua dal sottosuolo per i più svariati usi nelle attività umane (usi civili, agricoli e industriali) è avvenuta in quest’ultimo mezzo secolo con una velocità superiore ai ritmi naturali di ripristino degli acquiferi. L’acqua estratta dal sottosuolo, in parte evaporata e in parte riversata poi in mare dopo il suo uso, è stata, secondo gli autori, la causa dell’accelerazione dell’innalzamento del livello del mare. Il flusso netto di risorse idriche che si sono spostate dal sottosuolo al mare si aggirerebbe attorno ai 250 miliardi di metri cubi di acqua per anno (pari a cinque volte la portata del Po) e corrisponde a un incremento medio del livello del mare di 0,77 millimetri per anno.

Secondo i dati della rete mareografica mondiale, il livello del mare tra il 1961 e il 2003 è aumentato al ritmo medio di 1,8 millimetri per anno e dopo il 2003 con ritmi ancora superiori. L’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha analizzato i motivi di questo innalzamento ed è arrivato alla conclusione, riportata nell’ultimo rapporto Ipcc (Quarto Rapporto Ipcc del 2007), che un innalzamento pari a 1,1 millimetri per anno è stato causato da due fattori principali: dilatazione termica delle acque oceaniche (più calde in conseguenza del riscaldamento climatico) e fusione dei ghiacciai di tutto il mondo, in particolare da quelli artici e antartici. Sul rimanente 0,7 mm/anno l’Ipcc non ha fornito spiegazioni plausibili, tanto che molti studiosi pensano che la valutazione di 1,1 mm/anno non sia corretta e probabilmente sia una sottostima. Diversamente, si dovrebbe supporre l’esistenza di una sorgente ignota di acqua che fluisce negli oceani con una portata media di circa 7.500 metri cubi al secondo.

Ebbene in base allo studio effettuato dai ricercatori giapponesi, l’ipotesi di portate d’acqua aggiuntive da una sorgente ignota è, invece, una realtà perché il dato, senza spiegazioni, sull’innalzamento del livello del mare (0,7 mm/anno) corrisponde al dato delle loro valutazioni (0,77 mm/anno). Si tratta, cioè, degli imponenti prelievi di acqua dal sottosuolo effettuati in tutto il mondo e che nei Paesi della fascia subtropicale e intertropicale, dove le precipitazioni atmosferiche sono in diminuzione e gli emungimenti idrici in aumento, hanno ormai raggiunto una velocità media di estrazione ben superiore alle capacità naturali di compensazione degli acquiferi depauperati.

Lo studio è stato condotto con analisi e valutazioni modellistiche che devono, però, trovare conferme anche sperimentali. In ogni caso, va rilevato che il problema della crescente pressione delle attività umane sulle risorse idriche è diventato un problema globale che le Nazioni Unite hanno posto tra le prime priorità dello sviluppo sostenibile e della green economy.

(Fonte Enea Eai)