Terna, in 2028 previsti ricavi in crescita a 4,60 mld: in 2024 crescita dividendo 4% annua

181
Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Nel 2028, i ricavi di gruppo di Terna sono previsti in crescita a 4,60 miliardi di euro, con un Ebitda a 3,25 miliardi di euro, in crescita media annua nell’arco di piano di circa l’8% per i ricavi e di oltre l’8% per l’Ebitda. E’ quanto emerge dal Piano industriale 2024-2028 approvato oggi da Terna. Il mantenimento di una struttura del capitale solida, si legge nella nota di accompagnamento al piano, grazie alla robusta generazione di cassa, contribuirà a sostenere la crescita degli investimenti e un’attrattiva politica dei dividendi. Inoltre, l’impegno costante del Gruppo alla realizzazione delle attività previste nel Piano industriale e al conseguimento dei relativi obiettivi economico-finanziari è confermato dal raggiungimento e superamento delle guidance comunicate ai mercati finanziari per gli anni 2022 e 2023, solida base di partenza per il conseguimento dei nuovi target previsti.  Nel documento, in particolare, è previsto che nel 2024 i ricavi si attestino a 3,55 miliardi di euro e l’Ebitda a 2,42 miliardi di euro. Previsto in miglioramento, rispetto al consuntivo 2023, anche l’utile netto di gruppo che porterà a un utile per azione di 49 centesimi di euro nel 2024 e di 55 centesimi nel 2028, con una crescita media annua nell’arco di piano di circa il 5%. La nuova politica dei dividendi, sottolinea Terna, garantisce una crescita costante e prevedibile, nonché una piena visibilità; più nel dettaglio, nell’arco di piano la nuova politica prevede una crescita annua minima del dividendo per azione pari al 4%, assumendo il 2023 come anno di riferimento. Per il 2024, il dividendo per azione sarà pari al valore più alto tra la crescita del 4% rispetto al 2023 e un payout del 75%. L’eventuale maggior dividendo distribuito nel 2024 non avrà impatto sui dividendi dal 2025 in poi.   Nonostante l’accelerazione degli investimenti, Terna punta a preservare una solida e sostenibile struttura del capitale, anche attraverso l’emissione di ulteriori strumenti ibridi, con l’obiettivo di mantenere l’attuale livello di rating, con un rapporto Funds from operations (FFO)/Net Debt che a fine piano si attesti intorno all’11%. Il costo del debito netto di piano è previsto pari a circa il 3,3%.   —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)