Fare e disfare la realtà: la pace se si includono i palestinesi negli Accordi di Abramo

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Lo scrittore israeliano David Grossman, in Italia per l’uscita del suo ultimo libro «La pace è l’unica strada» (Mondadori), è una voce di Israele che guarda oltre la feroce guerra in corso contro Hamas per tentare di esplorare un nuovo, coraggioso, percorso di pace con i palestinesi.

È uno degli intellettuali più in vista nel movimento di protesta popolare contro la riforma della Giustizia proposta dal premier Benjamin Netanyahu ed ora, davanti ad una guerra che mette in pericolo l’esistenza dello Stato ebraico e ad un bilancio di vittime civili palestinesi così alto nella Striscia di Gaza, vede per Israele il bisogno di unirsi dietro una mossa, un’iniziativa, una decisione capace di rilanciare la sfida della convivenza in Medio Oriente.
«Se fossi un consigliere del premier Netanyahu — afferma Grossman in un’intervista — gli suggerirei di includere i palestinesi negli Accordi di Abramo». È un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria. Semplice perché gli Accordi di Abramo (siglati nel 2020 da Israele con Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan) sono potenzialmente aperti ad ogni Stato e popolo arabo, hanno come base il riconoscimento reciproco e la volontà di costruire un Medio Oriente in pace, prosperità e sicurezza.
Ma c’è anche un elemento rivoluzionario nell’idea di Grossman: tornare ad offrire in maniera drammatica e immediata l’orizzonte della convivenza fra due popoli e due Stati che il pogrom di Hamas del 7 ottobre ha voluto annientare e che la guerra in corso nella Striscia di Gaza sembra allontanare indefinitamente nel tempo.
A prima vista le parole di Grossman sembrano distanti anni luce dalle brutali cronache di guerra quotidiana del Medio Oriente ma la Storia ci insegna che è una regione dove l’impossibile può diventare improvvisamente realtà.
Ci sono orecchie e menti pronte per osare salvare questi due popoli? Pronte ad essere coraggiose come dovrebbero essere i capi di popoli e nazioni quando si sganciano finalmente della motivazione dell’odio quando usano del potere che si trovano fra le loro mani? I capi attuali nei due campi sono disgraziatamente degli irresponsabili… da «mettere in pensione» (o in prigione?) d’urgenza.
David Grossman delinea con grande lucidità l’unica via possibile per uscire non solo dalla tragedia della guerra in corso, ma per mettere fine a decenni di guerre feroci.

 

Francesco Sannicandro