L’Innu Michel Andrew con la sua impresa vuole richiamare l’attenzione sulla preoccupante diffusione del diabete tra gli Innu e aiutare i più giovani a ritrovare un legame con il nutshimit (il territorio). L’abbandono delle antiche tradizioni ha fatto dilagare malattie
Gli Innu del Canada nord orientale stanno festeggiando la conclusione di una storica marcia di 4.000 chilometri attraverso la Nitassinan, la loro terra ancestrale.
L’iniziativa è partita da un uomo innu, Michel Andrew (conosciuto come «il Gigante»), che con la sua impresa vuole richiamare l’attenzione sulla preoccupante diffusione del diabete tra gli Innu e aiutare i più giovani a ritrovare un legame con il nutshimit (il territorio): la taiga, la tundra e le lande rocciose che hanno sostenuto gli Innu per millenni.
La marcia del Gigante è cominciata nell’inverno del 2009, in solitaria; ha lasciato la sua comunità di Sheshatshiu equipaggiato solamente di un’accetta, una slitta, un fornellino e una tenda.
Durante le ultime fasi della camminata si sono uniti a lui una quarantina di altri Innu, che lo hanno accompagnato nelle gelide terre dell’interno del Quebec sub-artico e del Labrador. Hanno mangiato caribù, pernici e porcospini cacciati lungo il percorso.
Si pensa che la marcia di Michel Andrew sia il primo attraversamento della Nitassinan compiuto da quando gli Innu, che in passato erano nomadi, furono costretti dalla Chiesa Cattolica a stabilirsi in comunità stanziali, tra gli anni 50 e 60.
I festeggiamenti si svolgeranno domani nella comunità di Sheshatshiu e probabilmente si tratterà del più grande raduno indetto dagli Innu degli ultimi anni.
«Quando i nostri nonni vivevano nel nutshimit e potevano cacciare e mangiare cibi sani e naturali, il diabete non esisteva – ha dichiarato il Gigante -. Oggi solo pochissime famiglie della mia comunità escono nel territorio. Mangiano il cibo dei Bianchi, cibo in scatola comprato nei negozi, e bevono alcol».
«Mi fa male pensarci. Con la mia impresa voglio dimostrare alla mia gente che il nostro stile di vita a contatto con la nostra terra è sano. Diversamente, cosa ne sarà di noi nei prossimi 10 anni? Tutta la comunità soffrirà di diabete. Molti potrebbero cominciare a perdere gli arti».
«La marcia ha alimentato l’autostima e l’orgoglio collettivo dell’essere Innu, sentimenti che il governo e la Chiesa hanno così fortemente cercato di sgretolare – ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival International -. Questo dimostra che, nonostante le ingiustizie e le tragedie degli ultimi anni, lo straordinario spirito innu è ancora forte».
La situazione degli Innu
? Gli Innu sono stati un popolo semi-nomade per 7.500 anni. Attraversavano la Nitassinan alla ricerca dei grandissimi branchi di caribù che migravano all’interno delle loro terre. Da quando si sono visti confiscare le terre ancestrali e sono stati costretti a sedentarizzarsi, i tassi di diabete e suicidio sono aumentati.
? La sedentarizzazione ha coinciso anche con un massiccio sviluppo industriale delle terre innu; sono state rilasciate concessioni minerarie, realizzati progetti idroelettrici e forestali e costruite strade.
- Tassi di diabete a Sheshatshiu e a Natuashish:
? Sheshatshiu: 235 su una popolazione di 1.500 individui (15%)
? Natuashish: 55 su una popolazione di 600 individui (9%).
? Nell’aprile del 1999, la Commissione per i Diritti umani dell’Onu ha descritto la situazione dei popoli indigeni del Canada come «la questione più urgente che devono affrontare i canadesi» e ha condannato il Canada per avere «cancellato» i diritti dei popoli nativi.
? La marcia del Gigante è ora conosciuta come «The Young Innu Cultural Health Walk».
? Durante i festeggiamenti di Sheshatshiu, le Sei Nazioni Innu saranno rappresentate dai loro Capi o vice capi.
? Il Libro «Giant’s Dream – A healing journey through Nitassinan» (Il sogno del Gigante – Viaggio di guarigione attraverso la Nitassinan), di Nikashant Antane (Alex Andrew), è disponibile su www.creativebookpublishing.ca.
? «Siamo tutti uno – omaggio ai popoli indigeni della terra» di Joanna Eede è disponibile su: http://www.survival.it/siamotuttiuno.
Nella foto di Joanna Eede di Survival, il «gigante» Michel Andrew che vuole ristabilire il legame tra i giovani Innu e il «nutshimit»
(Fonte Survival International)