Crisi, debito pubblico, rischio fallimento, in parte inventati per annullarci come uomini liberi e pensanti. È bene cominciare a vedere come realmente stanno le cose. Un provocatorio dibattito aperto fra economisti e presente in internet
Pubblichiamo questa riflessione di Ennio La Malfa, di Accademia Kronos, che può essere uno spunto di discussione su un argomento che ci tocca da vicino e di cui da tempo alcuni pensatori tentano di portare in primo piano. Sono argomenti antichi e che di tanto in tanto emergono nella storia soprattutto in concomitanza di situazioni di criticità sociale.
Nove anni fa Accademia Kronos organizzò a Roma un convegno dal titolo: «La fine dell’opulenza occidentale e l’inizio della grande crisi sociale ed economica mondiale». Nove anni fa si viveva ancora nell’illusione dello sviluppo infinito e della ricchezza incontrastata dell’Occidente. Nessuno di noi italiani, ed europei in genere, allora avrebbe pensato che sarebbe potuto fallire l’esperimento dell’Euro, la moneta unica. Noi in quell’occasione accennammo timidamente che l’Unione europea reale si sarebbe dovuta fare prima politicamente e poi con la moneta e non al contrario. Allora fummo tacciati per essere i soliti «ambientalisti disfattisti», i cassandra di un Europa ormai avviata alla grande unificazione. I fatti invece ci hanno dato ragione, e di questo non ne siamo felici… anzi! Avremmo voluto sbagliare!
Allora come oggi i motivi sono gli stessi, anzi oggi sono ben più chiari, la crisi economica del nostro Paese è sotto gli occhi di tutti e in particolare ciò si constata nelle nostre tasche. Certamente, come ebbi a scrivere in un recente articolo in merito alla grande recessione del terzo millennio, la colpa, come invece anche il Governo Monti ci vuol far credere, non è di noi poveri cittadini, dei pensionati, dei lavoratori e dei disoccupati, ma di altri, dei nostri politici di allora che non avevano capito «l’inganno» ma, soprattutto, dei potenti che detengono in mano le redini dell’economia mondiale.
Esistono piani ben precisi, iniziati molto tempo fa, addirittura subito dopo la seconda guerra mondiale, che hanno previsto di «chiudere» la questione delle nazioni europee sovrane, con le loro economie interne e capacità autonoma di decisione soprattutto nel comparto finanziario. Il grande progetto iniziato decenni fa prevedeva, oggi diventato realtà, la cancellazione delle sovranità nazionali e la dipendenza finanziaria di tutti i Paesi europei da una sola banca europea. Tutto questo a beneficio di un’Europa unita capace alla fine di sottomettere tutti gli Stati e di assoggettarli a nuove regole, quelle che avrebbero fatto, e fanno, piacere a particolari centri finanziari e politici internazionali.
In questo percorso nel distruggere le sovranità dei vari Paesi occidentali europei, c’era quella di togliere di mezzo l’Italia che con le sue esportazioni in continuo aumento nel comparto enogastronomico cominciava, fino allo scorso anno, a dare molto fastidio alle lobby europee del settore, vedi Francia e Olanda. L’architettura di questo complotto è stata gestita, e lo è tutt’ora, dalla grande Germania che così ha colto l’occasione di rifarsi del decennio di crisi finanziaria prodotto dall’operazione di riunificazione. Quindi l’invenzione dell’euro, tra i tanti scopi, aveva anche quello di farci fallire e far crollare le nostre esportazioni, soprattutto enogastronomiche, su tutti i mercati del mondo. Coloro che hanno progettato questo piano hanno pazientemente atteso che certe condizioni maturassero prima di dare il via.
Il grande crack della finanza Usa è stato lo starter di tutta l’operazione. Così, cominciando dalla Grecia, si è finiti per colpire anche noi, ma soprattutto noi. Però il giochino non ha funzionato per questi «Uomini grigi», l’Italia ha resistito, non è fallita e, così, ha mandato all’aria tutto il diabolico disegno, almeno per il momento. La controffensiva di questi «Uomini grigi» è comunque in preparazione e il tutto si giocherà a gennaio e febbraio prossimi, quando i valori del nostro Pil dovranno essere in positivo. In senso inverso sarebbe la fine, perché l’attacco che questa volta stanno preparandoci gli «Uomini grigi» sarà micidiale.
Ma allora come salvarci? Per prima cosa, e questo l’ha capito anche Monti, è necessario presentarci ai mercati internazionali con un Pil in positivo, anche se solo di mezzo punto. Ma oltre a ciò è necessario prevedere anche un piano B, qualora il nostro Pil fosse negativo. Tra le varie soluzioni c’è anche quella di uscire dall’euro, oppure creare una doppia moneta, quella interna per i nostri consumi e l’euro per le transazioni internazionali. Uscire fuori dell’euro all’inizio potrebbe farci molto male, ma a quel punto i nostri prodotti da esportare crescerebbero a dismisura perché avrebbero costi concorrenziali più di quelli cinesi.
Comunque dobbiamo sperare che Monti sappia quello che fa, anche perché, sicuramente, lui è più informato di noi sul grande «imbroglio» dell’euro. In caso contrario questa crisi che stiamo vivendo oggi sulla nostra pelle sarà nulla rispetto a quello che ci attenderà nel prossimo futuro. Per fortuna in questo momento non sono il solo ad aver compreso il trucco internazionale perpetrato su noi «poveri cristi», sono molti di più di quanto pensassi. E questo è un fatto positivo perché così (forse) qualcosa si muoverà in nostro soccorso. Anche voi lettori dovreste entrare nel merito e approfondire la situazione che ogni giorno di più ci opprime, quindi vi consiglio di leggere i testi del famoso economista Nino Galloni in particolare l’ultimo suo libro dal titolo: «Chi ha ingannato l’economia italiana?» e poi andare in internet e su Youtube digitare: «Il più grande crimine di Paolo Barnard».
{youtube}wpzGgo1XZRo{/youtube}
A quel punto molti punti oscuri che fino a qualche giorno fa non si comprendevano, finalmente verranno svelati e, allora, se proprio «dobbiamo morire» almeno sapremo per mano di chi!