I gabbiani «minacciano» le balene

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foto di Angelo Perrini
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Quando riemergono dall’acqua per prendere ossigeno e buttare fuori l’anidride carbonica, i volatili beccano la loro carne per arrivare al grasso. Questa azione ovviamente uccide le balene, provocandone una lenta agonia da dissanguamento. Prede preferite i cuccioli appena nati, più vulnerabili

 

Golfo della città di Puerto Madryn, Patagonia.

Uno dei principali siti di riproduzione delle balene che ogni anno porta all’Argentina milioni di euro dal settore nevralgico del turismo.

Oggi una fonte di ricchezza e di biodiversità a serio rischio.

Contrariamente a ciò che si sarebbe portati a pensare, non è per mano dell’uomo, almeno non direttamente.

Questa volta la minaccia alla vita di questi monumentali mammiferi proviene dall’atteggiamento ostile di altri animali: gabbiani, per l’esattezza.

Avvezzi alla reiterazione di un gesto poco edificante: appoggiarsi sul dorso delle balene nel momento della respirazione con un unico, nocivo scopo.

Quando riemergono dall’acqua per prendere ossigeno e buttare fuori l’anidride carbonica, ecco che i volatili, rapaci quanto le aquile, beccano la loro carne per arrivare al grasso.

Questa azione ovviamente uccide le balene, provocandone una lenta agonia da dissanguamento. Prede preferite i cuccioli appena nati, più vulnerabili.

Le autorità locali hanno autorizzato le forze di polizia ad intervenire sparando contro gli uccelli.

La Patagonia deve molto del suo successo turistico internazionale alla presenza massiccia delle balene.

Ovvio che, poste dinanzi ad una scelta serrata, le massime istituzioni politiche abbiano fatto pendere il piatto della bilancia dal lato sfavorevole per i gabbiani.

C’è da dire però che anche in questo caso lo zampino dell’uomo si è fatto quantomeno percepire: in prossimità del mare, vi è una discarica.

Evidentemente davvero troppo vicina al luogo scelto dalle balene per riprodursi.

Altra attenuante nei confronti dei gabbiani è la malsana abitudine dei pescatori locali di scaricare i rifiuti delle proprie navi in mare aperto.

Notoriamente, nulla più degli scarti biologici attira questa razza di volatili.

Si può quindi affermare che in questo caso l’uomo e l’animale sono conniventi.

Corresponsabili di un danno nei confronti della natura.