Venditti insulta una ragazza disabile, Merlo (Ledha): “Episodio grave e spia intolleranza”

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(Adnkronos) – L’insulto di Antonello Venditti (che poi si è scusato) a un disabile, nel corso di un concerto a Barletta, a distanza di giorni fa ancora discutere.  Dopo la bufera social e la proposta della deputata di Fratelli d'Italia Alessia Ambrosi di un Daspo con 'divieto di concerti' per Antonello Venditti, ora arrivano altri commenti. A partire da quello del direttore di Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) Giovanni Merlo. "Un episodio grave – dice all'Adnkronos Salute – che non doveva capitare ma che è la spia di un problema ancora più grave: ovvero che la nostra società deve fare molta strada dal punto di vista culturale sulla disabilità".  Nel corso di un intermezzo dell'esibizione musicale, durante il suo concerto nel fossato del Castello Svevo di Barletta, Venditti ha reagito in modo brusco ad alcuni rumori che arrivavano dal pubblico. In particolare, da una donna in carrozzina, affetta da una forma di disabilità che la porta a manifestare dei riflessi involontari. Dopo le proteste del pubblico e le polemiche, Venditti si è scusato con un video sui social. "Il pubblico ha reagito bene, protestando. Questo è un buon segnale, vuol dire che non siamo all’anno zero – fa notare Merlo – Tuttavia, quanto accaduto sta a significare che i discorsi su disabilità e società inclusiva sono buone parole che stentano diventare pratica quotidiana". Poi sul cantautore che si è scusato molto dopo con la persona disabile e la sua famiglia, Merlo non ha dubbi: "Se persino un artista come Venditti in un momento di stanchezza e stress ha fatto quel gesto significa che abbiamo molto da fare contro l’intolleranza verso i disabili. Sul palco poteva esserci anche un altro artista, la sostanza non cambia", conclude.  Il Codacons ha proposto al cantautore "di organizzare insieme un concerto natalizio a Roma per sollevare i gravi problemi della vita delle persone con disabilità. 'Errare è umano, ma perseverare è diabolico'''. È quanto sottolinea in una nota il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. ''Ma quale 'gaffe', come riportano molti giornali che invece di raccontare le notizie cercano di 'spegnere' il caso e tutelare un’icona della musica nazionale – prosegue – le vergognose considerazioni di Antonello Venditti dal palco di Barletta in materia di disabilità sono proseguite anche una volta chiarita la situazione. Al di là dell’iniziale incomprensione, a causa delle luci e del caos tipici di un concerto, anche quando gli è stato fatto notare che si trattava di una persona con disabilità e che le urla non erano tese a disturbare il suo show Venditti non ha voluto fermarsi, tanto da scatenare la polemica del pubblico''. ''Le scuse del cantante alla famiglia e alla spettatrice coinvolta restano il minimo sindacale, e inoltre appaiono tardive – prosegue il Codacons – sono arrivate a fine concerto, sull’onda dell’indignazione montante e non, come doveroso, immediatamente. E in ogni caso non si può accettare che l’intelligenza dei lettori sia offesa da chi insiste a ripetere che il cantautore non si fosse reso conto della situazione''. 
Antonella Ferrari, attrice e scrittrice che dall'età di 29 anni convive con la sclerosi multipla, invece ritiene che da parte di Antonello Venditti ci sia stata "una brutta caduta di stile" ma non si sente "di metterlo in croce. Lo steward che ha avvicinato l'artista sul palco spiegando le condizioni di salute della donna ha parlato di 'persona speciale'. Un grave errore. Se gli avesse detto che si trattava di una persona disabile, l'artista avrebbe capito subito. Non è un ottuso ma evidentemente non conoscendo la disabilità in prima persona ha sottovalutato la gravità della situazione".  "Venditti lo scivolone lo ha fatto però, mi creda, ho visto di peggio", tiene a precisare l'attrice di soap opera e fiction tra cui 'Centrovcetrine', 'Carabinieri' e 'Butta la luna', che racconta magistralmente la malattia nel suo libro 'Più forte del destino tra camici e paillette. La mia lotta alla sclerosi multipla'. Poi "ho visto che i primi a capire e a perdonarlo sono stati i genitori della ragazza, hanno compreso la buona fede dell'artista e io la penso come loro, non c'è stata cattiveria da parte del cantautore ma solo un errore di comunicazione. Chiamiamo le cose con il loro nome, un disabile è un disabile. Punto", conclude. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)