(Adnkronos) – “Conduciamo questa ricerca da undici anni, quindi abbiamo avuto la possibilità di vedere qual è la tendenza, l'evoluzione degli atteggiamenti degli italiani nei confronti del lascito. E sono segnali positivi: innanzitutto è cresciuta molto la conoscenza. Nel 2013, l'anno della prima ricerca, solo il 58% degli italiani sapeva cos'era un lascito. Oggi siamo all'84%. Quindi la larga maggioranza ha ricevuto le informazioni che la mettono in condizione di valutare questa scelta, questo significa che il Comitato e le organizzazioni non profit hanno lavorato molto bene. Negli ultimi anni è cresciuto l'orientamento positivo verso il lascito, ovvero la disponibilità a prenderlo in considerazione: il 19% degli italiani dice che lo potrebbe fare e che è una scelta che sta valutando. Quelli che lo hanno effettivamente già fatto sono ancora una minoranza, il 2 e il 3%, però è evidente che l'orientamento positivo si tradurrà quasi certamente in una scelta effettiva”. Così Paolo Anselmi, fondatore e presidente di Walden Lab e Docente di Marketing Sociale presso l’Università Cattolica di Milano, in occasione dell'evento annuale del Comitato Testamento Solidale, che si tè tenuto a Roma presso la Sala del Refettorio, Biblioteca della Camera dei Deputati. “Sopravvivono due pregiudizi nei confronti del lascito, il primo è che sia una scelta riservata a chi non ha figli, la seconda barriera è l'idea che il lascito sia una scelta riservata a chi ha grandi patrimoni, ma anche un piccolo lascito, così come una piccola donazione, ha valore. Un altro segnale interessante e positivo che la ricerca ci dà è l'immagine estremamente positiva del Terzo Settore, visto come positivo non solo dal punto di vista sociale, per quello che fa per contribuire a una società più equa, più inclusiva, più giusta, ma anche dal punto di vista culturale.” —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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