Sulla «Pravda» cinque interrogativi sulla convenienza o meno di firmare il Protocollo (English)
Non solo gli Usa frenano per quanto riguarda la ratifica del Protocollo di Kyoto ora anche la Russia si pone delle domande. E lo fa in un articolo pubblicato sulla «Pravda» di oggi, di A. Ilyashenko. Ecco cosa dice in sintesi: La Russia dovrà tenere gli occhi ben aperti, perché se gli obiettivi ambientali sono una causa sacra e il Protocollo di Kyoto uno strumento essenziale di politica internazionale, tuttavia ciò non può pregiudicare lo sviluppo economico russo per gli anni a venire.
A supporto di questa conclusione vengono poste cinque domande.
Prima domanda: I cambiamenti del clima
sono causati dall’azione dei gas di serra. Ma questa spiegazione è veramente esauriente? Molti scienziati dicono, invece, che si tratta di uno dei tanti cambiamenti climatici ciclici naturali. Inoltre, molti ricercatori americani e attivisti politici hanno posto ragionevoli dubbi sull’efficacia del Protocollo. Perché i supporter del protocollo ignorano queste opinioni? Perché la Russia dovrebbe ignorarle?
Seconda domanda: Gli standard ambientali europei sono il miglior banco di prova per introdurre ed attuare le misure previste dal Protocollo di Kyoto. Le tecnologie e i dispositivi di controllo costruiti in Europa sono i migliori per abbattere i gas di serra dalle emissioni inquinanti. Infatti, gli europei insistono molto su questi due punti. Sarebbe la stessa cosa se tutto ciò fosse al di fuori da prospettive di espansione dei mercati?
Terza domanda: Il commercio delle emissioni previsto dal Protocollo rappresenta un modo molto lucroso nel commercio internazionale. Perché il pubblico non ne è informato? Alcuni Stati Europei cercano di attuarlo in ambito nazionale e può servire ai diversi settori industriali come necessità di base. Ma il commercio delle emissioni, previsto dal Protocollo, non ha alcuna base legale e si aspetta ora la Russia per coinvolgerla alla partecipazione a questo grande affare. L’idea è buona, ma perché queste cose non vengono dette?
Quarta domanda: Le quote di emissioni inutilizzate dalla Russia per il solo periodo 2008-2012 potranno essere messe in vendita. Non si tiene conto del declino industriale della Russia nel periodo 1991-2007, declino che però ha prodotto un ambiente globale più pulito. La Russia, potrà ora vendere le sue quote ma che sono relative ad un periodo di tempo durante il quale, secondo il piano di sviluppo economico di V. Putin, il prodotto nazionale lordo dovrà raddoppiare e l’inquinamento atmosferico quindi peggiorerà. Perché tacere questo?
Quinta domanda: Il Protocollo di Kyoto non prevede nulla per quanto riguarda le specifiche necessità di sviluppo socio economico della Russia. Perché? La Russia è il più grande esportatore mondiale di gas naturale. Gli Stati che importano dalla Russia traggono vantaggi spettacolari riducendo le loro emissioni di inquinamento atmosferico e di inquinanti atmosferici acidi, senza pagare un dollaro per compensare la Russia di questi vantaggi. Inoltre, gli enormi boschi e la vegetazione russa agevolano di molto l’assorbimento dell’anidride carbonica atmosferica con benefici non solo sul clima globale, ma anche per tutti gli esseri viventi sulla terra. Tuttavia, il Protocollo non prevede nessuna concessione per questo alla Russia, nonostante un clima piuttosto proibitivo in cui la maggior parte della popolazione russa vive. E in questo contesto avverso, la Russia si deve pure impegnare a rispettare limiti di emissione avendo a disposizione tecnologie che sono di pura sopravvivenza!