La conversione ecologica

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Guido Viale, NdA Press

Un nuovo pamphlet di Guido Viale di estrema attualità, che traccia delle analisi del mondo contemporaneo e propone percorsi per riconvertire l’economia a misura d’uomo e di pianeta

La conversione ecologica si costruisce dal basso «sul territorio»: fabbrica per fabbrica, campo per campo, quartiere per quartiere, città per città.

Chiamando per cominciare a confrontarsi in un rinnovato «spazio pubblico», tutti coloro che nell’attuale situazione non hanno avvenire: gli operai delle fabbriche in crisi, i giovani senza lavoro, i comitati di cittadini in lotta contro gli scempi ambientali, le organizzazioni di chi sta già provando a imboccare strade alternative: dai gruppi di acquisto ai distretti di economia solidale. E poi brandelli di amministrazioni locali, di organizzazioni sindacali, di associazioni professionali e culturali, di imprenditoria ormai ridotta alla canna del gas; e nuove leve disposte a intraprendere, e a confrontarsi con il mercato, in una prospettiva sociale e non solo di rapina.

La conversione ecologica del sistema produttivo e del modello di consumo dominanti è un’utopia?

Sì, è un’utopia concreta nel senso che aveva dato a questo termine Alex Langer. È cioè un progetto praticabile, ma al tempo stesso radicalmente alternativo allo stato di cose esistente.

Il liberismo, la tesi fantasiosa che il mercato trova da sé il rimedio ai danni che affliggono il pianeta e i suoi abitanti, inchioda i suoi fautori a un eterno presente senza passato né futuro; fermo, in politica, al giorno per giorno; in economia, ai conti delle «trimestrali»; nelle consorterie accademiche, alle lotte di potere: rendendo tutti incapaci di un approccio prospettico.

There is no alternative (non si può fare altrimenti) è la sentenza con cui il liberismo e tutti coloro che ne sono succubi, giustificano l’assalto alle condizioni di vita e di lavoro di miliardi di uomini e donne. Ma la crisi economica e quella ambientale si sono incaricate di rovesciare questa tesi. Senza un radicale cambiamento di rotta il pianeta e chi lo abita non hanno futuro.

Verità e capacità di pensare il futuro sono rimaste appannaggio di chi si ribella allo stato di cose esistente. Chi guarda al futuro dal punto di vista di un mondo diverso sa ormai, in termini generali, molte cose su come deve cambiare il mondo per sopravvivere e permettere a tutti di vivere meglio. Sono «cose» che riguardano l’energia (l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili), l’agricoltura (biologica, multiculturale, multifunzionale, di piccola taglia) e la sovranità alimentare, il recupero integrale degli scarti e dei rifiuti, la salvaguardia del territorio.

L’autore

Guido Viale è nato a Tokyo nel 1943. Vive a Milano. Tra le sue pubblicazioni: Il Sessantotto – NdA Press, 2008; A casa – l’Ancora del Mediterraneo, 2001; Un mondo usa e getta – Feltrinelli, 1994 e 2000; Governare i rifiuti – Bollati Boringhieri, 1999; La parola ai rifiuti – Edicom, 2007; Azzerare i rifiuti – Bollati Boringhieri, 2008; Tutti in taxi – Feltrinelli; 1996; Vita e morte dell’automobile – Bollati Boringhieri, 2007. Prove di un mondo diverso – NdA Press, 2009; La civiltà del riuso -Laterza, 2010. Collabora ai quotidiani la Repubblica e il manifesto e a numerose riviste.

(Fonte NdA Press)