(Adnkronos) – "Siamo impegnati nell'assistere le famiglie nella gestione del rapporto di lavoro domestico; dall'esperienza maturata sul campo, proprio in questa assistenza, acquisiamo una serie di informazioni che ci permettono di rappresentare le famiglie che assistiamo con le istituzioni e soprattutto attraverso i media che sono sempre molto interessati al tema. Ci facciamo portatori delle istanze, delle esigenze e delle difficoltà delle famiglie nell'affrontare e nell'interpretare questo ruolo di datore di lavoro, che è un ruolo che noi immaginiamo più nel mondo dell'azienda e che invece arriva alla famiglia". A dirlo Filippo Breccia Fratadocchi, vicepresidente Nuova Collaborazione, intervenendo al dibattito nel Palazzo dell’Informazione di Roma, Adnkronos Q&A ‘Essere genitori oggi, tra scienza e welfare’. "Sappiamo – spiega – che i rapporti di lavoro domestico regolari, cioè dichiarati ogni anno, si stanno riducendo. Quindi aumenta l'entità del lavoro nero e quando ci spostiamo e ci concentriamo sulle baby sitter la situazione è ancora peggiore. Il motivo principale è sempre quello del costo del lavoro che, se è gravoso per le persone anziane non autosufficienti, lo è ancora di più per una giovane coppia, all'inizio di una vita lavorativa, che si trova a fare i conti con un budget limitato". "Quando la donna – sottolinea – ha l'aspirazione e l'attitudine di avere una vita lavorativa e una carriera e si trova a dover scegliere di rinunciarci, c'è qualcosa di ingiusto dal punto di vista etico e di negativo dal punto di vista economico. Se si rimane a casa si rinuncia a un rapporto di lavoro, mentre se si assume una baby sitter conservando il proprio lavoro, si avranno due posti di lavoro; con tutto ciò che ciò comporta come profilo contributivo, fiscale, produttivo e di consumo". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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