La mano dell’uomo nell’estinzione del Genyornis

Tempo di lettura: 3 minuti Le prime popolazioni umane giunte in Australia si alimentavano con le uova di questo uccello alto due metri estinto oltre 47.000 anni fa, contribuendo alla sua scomparsa. Lo rivela uno […]

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Dopo tanto correre ora siamo a un bivio

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Intrigante, ricco e stimolante l’ultimo lavoro di Gianfranco Franz, «L’Umanità a un bivio. Il dilemma della sostenibilità a trent’anni da Rio de Janeiro». Un libro che ti prende da subito e dà molte risposte alle domande che attanagliano l’uomo del XXI secolo sull’oscuro futuro che si presenta. La nostra intervista all’Autore

Femminicidi, si fa ancora poco

Tempo di lettura: 7 minuti Le carenze sono soprattutto a livello educativo e di esecuzione delle leggi, perché il quadro legislativo c'è ed è adeguato. La condizione della donna nella evoluzione storica. Il gap culturale

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Stradivari e non solo, in ricerca del suono perfetto

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Tempo di lettura: 2 minuti Un esperimento coordinato dal Cnr ha messo a confronto il suono di diversi violini e individuato la combinazione di qualità sonore che rende più gradevole il suono di uno Stradivari

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Gargano, un percorso di conoscenze nuove con la Carta di Calenella

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Un manifesto per rilanciare la cultura profonda presente sulla Montagna del Sole nelle sue tante espressioni naturali, archeologiche, paleolitiche e storiche

La guerra, un ricordo e quelle campane

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Le guerre si assomigliano tutte con quel loro portato di dolore, lutti e distruzione. L’odio scompare difronte alla sofferenza. Ma come è lontano il mondo dei governanti belligeranti dalla loro popolazione! E, tragedia nella tragedia, in questo conflitto Ucraina Russia anche la religione fa la sua terribile scelta

Quando cominciò il mondo nuovo

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Era un giorno feriale per nulla differente dagli altri giorni. Solo indizio, un vento leggero dall’est che sembrava avesse premura di arrivare da qualche parte. Assieme a lui gruppi di bambini con in mano un ramoscello di una pianta mai vista prima che agitavano festanti. Si tenevano l’un l’altro la mano e cantavano una lingua ormai dimenticata dai grandi che guardavano, attoniti, l’inattesa invasione dei bambini in festa. Alcuni cominciarono a seguirli sul cammino mentre altri, in disparte e di nascosto, piangevano come se da anni avessero smesso di generare lacrime vere e genuine. La sera di quel giorno arrivò più in fretta del solito e così pure le stelle, meno distratte, cominciarono a danzare sottovoce.

I muri di cinta e i bastioni delle città fortificate, al loro passaggio, crollavano come fossero null’altro che polvere al vento. Lo stesso accadde con i fili spinati, i sistemi di allarme e di controllo, gli schermi protettori da eventuali attacchi nemici, le frontiere si spostavano a seconda delle necessità di coloro che desideravano attraversarle. Persino il mare, apparentemente insensibile ai naufraghi, si era cinto di una calma che nessuno, a memoria d’uomo, ricordava così profonda e pacata. Le mura più robusta cadevano una dopo l’altra e le strade, le case, le piazze e i giardini, tornavano quello che erano stati una volta: aperti a tutti.

La festosa invasione dei bambini non sì fermava più e anche un numero crescente di adulti, donne soprattutto, si aggiungeva dopo ogni crollo. Fu poi la volta degli imperi d’acciaio, di gesso, di arroganza e di polvere a cadere, uno sull’altro, come carte che il vento mescola e porta lontano. Imperi potenti, eterni, immortali, si sfaldavano al tocco lieve del ramoscello dei bambini che giocavano a rifare il mondo come meglio a loro sembrava. Della stessa fine erano oggetto anche gli eserciti, i battaglioni e i sempre più numerosi mercenari che della guerra vivevano. La maggior parte dei militari disertava, altri si vestivano da festa e alcuni di loro si aggiungevano al gruppo dei bambini che continuava la sua opera nel mondo.

Quanto ai fabbricanti d’armi avevano smesso e optato per fare mattoni, piastrelle, cemento e porcellana per ricostruire quanto era stato da loro distrutto. C’è chi si improvvisava muratore, imbianchino, piastrellista, costruttore di ponti e elettricista. Alcuni di loro, infine, cominciarono di buon grado a costruire strade dove prima non c’erano e a riparare quelle distrutte dai bombardamenti. La terra intera era ormai diventata un grande cantiere a cielo aperto e la mano d’opera lavorava con solerzia e dignità perché più nessuno diceva suo ciò che era di tutti. I poveri e i mendicanti si erano trasformati in datori di lavoro.

Infine, al canto in lingua antica dei bambini, caddero in ultimo le parole armate, false e tradite dai grandi manipolatori dell’informazione. Molte si nascondevano per la vergogna, altre promettevano di ravvedersi e alcune, infine, domandavano ai bambini ciò che avrebbero dovuto rappresentare. Fiumi di parole come fango che scorreva dai canali di scolo ed erano drenati in un grande abisso e poi ricoperte di terra. Su questa spuntarono in fretta fiori, erba e una foresta di alberi che portavano scritta una parola nuova da seminare altrove. Quanto ai bambini, terminata l’opera che durò circa una settimana, iniziarono finalmente a giocare.

 

Mauro Armanino

(Fonte ComuneInfo)

E alla fine siamo arrivati ad un bivio…

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Intervista a Gianfranco Franz autore di un notevole lavoro di sintesi sui più strategici problemi con cui l’umanità si sta confrontando

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Ma quale energia nel nostro futuro?

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Presentiamo in questo numero le punte più avanzate degli orientamenti della ricerca dal Cnr all’Enea con la consapevolezza, come si spiega nell’Editoriale, dei forti limiti imposti in misura minore dalla tecnologia ma in misura superiore dall’economia che ormai è fuori controllo da parte di una etica politica

Bertrand Russel, un’opportuna ristampa

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Nessuna istituzione ispirata dalla paura lavora per la vita. È la speranza, non la paura, il principio creatore delle cose umane. Piano B ha ristampato «Il credo dell’uomo libero»

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L’alimentazione consapevole atto di resistenza spirituale

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L’indifferenza dei Grandi difronte alla povertà

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L’attualità dell’enciclica «Laudato si’». Il pontefice invita i grandi della Terra a cambiare registro, a fare passi in avanti considerevoli: denuncia «la debolezza della reazione politica internazionale» e «molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l’informazione per non vedere colpiti i suoi progetti»